Condannato in primo grado a dodici anni di reclusione a Castellabate per una spinta mortale alla moglie, Liberato Miccoli, un 55enne, si appella ora ai Giudici della Corte di Assise e di Appello.
Miccoli nel corso del dibattimento, come riporta il quotidiano “La Città di Salerno”, ha affermato che avrebbe spinto sua moglie, la 49enne Angela La Torre, solo per allontanarla e non per ucciderla.
L’imputato ha ricostruito i fatti del maggio del 2015 affermando che fu una spinta istintiva dopo una scenata di gelosia della vittima. La donna precipitò giù per tutti i gradini, procurandosi una contusione a livello occipitale che, sette mesi dopo il suo ricovero in ospedale, la portò alla morte. Nel giudizio di primo grado, secondo il ricorrente, non si è tenuto conto dell’incensuratezza dell’imputato né del suo comportamento dopo la furiosa lite con la moglie. Il 55enne chiamò l’ambulanza e, durante i 7 mesi di degenza della moglie, si adoperò in ogni modo affinché la stessa guarisse.
Sempre nel giudizio di primo grado, le difese avevano chiesto di derubricare il reato in omicidio colposo, ritenendo che la morte fosse una conseguenza non voluta e che l’uomo, ferroviere in pensione, non solo non aveva immaginato quell’epilogo tragico ma nemmeno aveva avuto intenzione, con quella spinta, di far rotolare la moglie lungo le due rampe di scale dell’abitazione.
Quel giorno la donna non riuscì a farsi capire dai soccorritori e farfugliò solo qualcosa.
– Claudia Monaco –
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