Questa mattina, alle prime luci dell’alba, la Squadra Mobile della Questura di Salerno, la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Battipaglia e il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coadiuvati da numerosi equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 87 affiliati ad un’organizzazione criminale in diretto contatto con il clan Giffoni/Noschese già operante in Battipaglia, dedita al traffico e allo spaccio di ingenti quantitativi di stupefacenti provenienti, principalmente, dall’hinterland napoletano.
L’ordinanza cautelare ha disposto anche il sequestro di una lussuosa villa e di una società commerciale nella disponibilità degli indagati, con interessi nel settore della ristorazione.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i delitti di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente (principalmente cocaina e hashish), monopolizzando il mercato di Battipaglia e della Piana del Sele, e di associazione a delinquere di tipo camorristico.
Le indagini hanno evidenziato la sussistenza, a partire dal 2009 e almeno fino a tutto il 2012, di un sodalizio delinquenziale finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti guidato da Cosimo Podeia, Pierpaolo Magliano e Paolo Pastina. L’organizzazione aveva conquistato il monopolio sulla attività di fornitura e distribuzione di hashish, marijuana e cocaina sul territorio eliminando, di fatto, dalla scena un altro sodalizio delinquenziale che fino ad allora aveva operato in esclusiva. Nel corso delle indagini sono stati evidenziati i diversi interessi dell’associazione guidata dai tre, rappresentati dalla anomala gestione degli interessi pubblici nel Comune di Battipaglia (coartazione della volontà elettorale, gestione di stand pubblici per la distribuzione di fuochi di artificio).
I promotori dell’associazione hanno federato tutti coloro che a Battipaglia spacciavano, imponendogli l’acquisto della droga unicamente da loro e determinando l’esclusione coatta di tutti coloro che, singolarmente o come sodalizio, non avessero voluto sottostare a tale regime di esclusiva.
Le indagini hanno preso spunto dalle dichiarazioni di uno degli affiliati che, convinto che sarebbe stato ucciso dai capi del gruppo e avendo avuto conferma che questi si erano recati sotto la sua abitazione armati di pistola per ucciderlo, ha iniziato a collaborare con l’Autorità Giudiziaria.
Il sodalizio si riforniva di hashish, marjuana, shunk e cocaina principalmente a Marano di Napoli e a Secondigliano mediante trasporti con staffette.
– redazione –