“Tra i posti disponibili e i detenuti che ci sono c’è qualcosa che non va”. Queste le parole di Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti in Regione Campania, durante una conferenza in cui è stato presentato il resoconto dei dati penitenziari della regione.
I detenuti presenti in Italia sono 61.465 a fronte di 46.898 posti disponibili, mentre in Campania su 5.664 posti disponibili nei 15 istituti penitenziari si contano 7.581 detenuti. Un numero che va ben oltre il consentito con un sovraffollamento di quasi 2.000 unità.
In Campania i numeri sono allarmanti, secondo Ciambriello infatti si potrebbe evitare il carcere ai 1402 tossicodipendenti che avrebbero bisogno di misure alternative. Presenti nei penitenziari inoltre 1.061 detenuti dai 18 ai 29 anni, sono 6334 gli adulti in area penale esterna e 3125 le persone in carico per indagini. Sono invece usciti dal carcere 2727 detenuti, sottoposti a misure alternative.
I minorenni in carcere sono 113: ad Airola 38 e a Nisida 75. 145 ragazzi sono invece nelle Comunità.
“Abbiamo bisogno di educatori ed assistenti sociali, altrimenti queste persone se non trovano chi fa da ponte tra loro ed il loro inserimento sociale, c’è il rischio che continuino a vivere la recidiva“ è l’appello di Ciambriello volto alla tutela dei detenuti.
“Le pene non devono consistere in trattamenti disumani, in celle sovraffollate la dignità umana è negata. Abbiamo tante buone prassi in Campania ma dobbiamo implementarle. Dobbiamo fare un appello alla politica: misure alternative subito. In tutta Italia su oltre 61mila detenuti circa 8mila devono scontare meno di un anno. Pensiamo a quelli che non hanno reati ostativi e soprattutto mettiamo in campo delle proposte concrete perché dire ‘assunzioni di 500 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria nel 2025 e 500 nel 2026’ sapendo che entro dicembre almeno 2000 ne andranno in pensione la situazione ci inorridisce” conclude Ciambriello.
E sempre in tema di istituti penitenziari è giunta anche notizia che il servizio di prima accoglienza del Centro di Roma è temporaneamente sospeso fino al 30 settembre, per cui i minorenni arrestati, fermati o accompagnati a disposizione dell’Autorità Giudiziaria verranno momentaneamente accolti presso il C.P.A. di Napoli. E un analogo provvedimento sposta uomini da Salerno a Nisida con effetto immediato e dello stesso tipo. A denunciarlo è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che ha inviato una dura nota di protesta al Capo Dipartimento Antonio Sangermano ed ha sollecitato l’intervento del Sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Ostellari, delegato al settore minorile.
“E’ un provvedimento unilaterale, visto che a nostro sommesso avviso si sarebbero dovuti dapprima avvisare i rappresentanti sindacali di categoria e trovare, assieme, una soluzione – afferma Capece – Ed è sintomatico di un Dipartimento che ‘naviga a vista’, in cui vengono presi provvedimenti estemporanei da un giorno all’altro e senza una strategia complessiva per la giustizia minorile che è allo sfascio. Pensate al minore arrestato a Civitavecchia, Roma o Viterbo che dovrà essere portato a Napoli, con tutti i rischi di sicurezza che questo comporta. L’Amministrazione avrebbe dovuto inviarci prima l’apposita informazione preventiva e poi adottare ogni più utile iniziativa dopo averne discusso con le Organizzazioni sindacali rappresentative di categoria”.