L’adolescenza è un periodo difficile. Lo sa bene chi la vive, ancora meglio i genitori. Quei “non rompere” tipici dell’età dei figli 2.0 son faticosi da mandare giù e mandano in crisi: lontani dai moti interiori degli adolescenti digitali, mamma e papà si ritrovano ad interrogarsi sulla bontà del proprio ruolo, dell’educazione impartita e del controllo sempre più difficile da esercitare. L’adolescente si trincea davanti allo schermo del proprio cellulare o tablet e sembra non voler esprimersi: l’innovazione tecnologico-digitale rende la comunicazione sempre più personale e individuale, difficilmente condivisibile con gli altri, tanto meno con i genitori o con l’intera famiglia.
Mamma e papà decidono quindi di fare un salto nella blogosfera così da avere occasioni virtuali di incontro con i propri figli. Si creano a volte sinergie, altre attriti e frizioni. Intere famiglie connesse, oggi, si evolvono e mettono alla prova i rapporti intergenerazionali su Facebook. Fatto il log in si arriva alla richiesta di amicizia. Inviata. Ma cosa succede quando, dall’altra parte, l’adolescente vede arrivarsi la notifica che mai avrebbe voluto apparisse sullo schermo? Lo ha recentemente indagato l’Halifax Digital Home Index, documentando con le statistiche la “migrazione” dei più giovani verso piattaforme sconosciute ai genitori: i ragazzi, cancellandosi da Fb o bloccando l’accesso al proprio diario, tentano così di sfuggire al loro “radar”.
Alcuni studi statunitensi, già dal 2006, d’altro canto, evidenziano quanto una maggiore connettività online dei membri della famiglia possa tradursi in un cedimento di tali legami, soprattutto quando i figli sono adolescenti e l’uso di ausili tecnologici e il tempo passato sulle piattaforme di social networking sono abbondanti, diventando così motivi di accesi diverbi nella vita reale. Sembrerebbe, quindi, che il rapporto genitori-figli online ed offline sia sostanzialmente uguale. Superata l’adolescenza, i flussi di comunicazione tendono a crescere, in particolare quando i figli abbandonano il nucleo familiare, ad esempio, per proseguire gli studi universitari in un’altra città. In questo periodo, maggiore è la confidenza con i genitori, soprattutto con la madre, maggiore è la tendenza dei figli ad accettare la loro richiesta di amicizia online.
Ricapitolando: Facebook aiuta a interagire con la propria rete di contatti, alla quale si interseca, in maniera più o meno desiderata, quella familiare; mamma e papà tentano di diventare amici dei loro figli adolescenti, ma non sempre ci riescono; passato il periodo turbolento, i rapporti si distendono e le famiglie connesse vivono più tranquille.
– Gianpaolo D’Elia –