Sistema penitenziario al capolinea in Campania: agenti aggrediti, carceri ingovernabili e amministrazione latitante. Per questi motivi il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria ha deciso di scendere in piazza il 21 giugno.
“Siamo in piazza per esternare tutta la nostra rabbia e la nostra insoddisfazione per il mancato auspicato miglioramento delle condizioni di lavoro del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso i 15 istituti della regione Campania” fa sapere il SAPPE.
Sono 6 in particolare gli istituti campani in cui, per complessità e specifica loro conformazione, è ormai divenuto letteralmente impossibile lavorare: Salerno, Avellino, Carinola, Napoli “Poggioreale”, Ariano Irpino e Santa Maria Capua Vetere. Tutti sono accomunati da gravi criticità, quali un’importante carenza di personale, il costante verificarsi di eventi critici, nella maggior parte dei casi aggressioni nei confronti di personale, l’introduzione di oggetti e materiali non consentiti (droga, telefonini), l’assenza, il più delle volte, di Comandante e Direttore, l’assenza in reparto di medici ed infermieri a sufficienza e, in caso di necessità di sottoporre i ristretti a cure sanitarie, la discutibile assegnazione di detenuti a nosocomi che sono molto distanti dalle carceri di assegnazione.
“Siamo in piazza perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito – aggiunge il sindacato – in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto campano, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo. Il nostro è un atto dovuto alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria che in Campania, come in ogni altra parte d’Italia, buttano letteralmente il sangue nelle sezioni detentive e non sono minimamente considerati da parte di questa Amministrazione matrigna e se non manterrà gli impegni assunti con noi e non saranno intraprese reali iniziative volte ad apportare migliorie alle condizioni di lavoro del personale, saremo pronti a continuare lo sciopero ad oltranza”.