Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro si esprime sulla questione relativa alla mobilità facendo delle precisazioni su come nasce il gruppo di persone che quotidianamente lavora per il ripristino della tratta ferrata.”Sin dal lontano 2012, anno di costituzione del Comitato, – dicono i membri del Comitato – non abbiamo mai promesso la ferrovia. La nostra opera è di sensibilizzazione, di recupero della cultura ferroviaria e della memoria, non di certo di promesse irrealizzabili. Essere definiti sognatori, che peraltro non ci sembra un insulto anche se i toni di chi ci apostrofa in tal modo non sono lusinghieri, è il destino di tutti coloro che hanno l’ambizione di far pensare, con chiarezza, a quello che ci accade intorno. Se dunque ciò che cerchiamo di fare è un sogno, chi non riesce a comprendere la volontà di sensibilizzazione del nostro lavoro dovrebbe quanto meno destarsi dal torpore“.
“Se avessimo avuto appoggi politici occulti o avessimo fatto da cassa di risonanza a questo o a quel politico, – continuano – a quest’ora saremmo tutti sistemati oppure ci avrebbero ridato la ferrovia che chiediamo. Siamo perfettamente consapevoli dei costi da sostenere per la riattivazione, ma diciamo anche quanto sia importante per una valorizzazione del territorio in prospettiva nazionale dare impulso al turismo, non con spot o locandine fittizie ma con atti concreti. Purtroppo il nostro continuo invito a ripensare le dinamiche trasportistiche nell’interesse dello sviluppo territoriale è stato letto come snobistico o utopico, e il dato di fatto è la morte lenta di un’intera area della provincia salernitana di cui si lamentano i più“.
“Se chiediamo a gran voce il ripristino dei primi 25 km della tratta Sicignano-Polla – rimarcano – siamo sognatori, se ci permettiamo di dare consigli sul trasporto pubblico locale siamo attaccabrighe che fanno sterili polemiche. Il discorso costi/ricavi, cavallo di battaglia di chi non vuole riaprire la ferrovia (per occulti motivi?), non si pone mai quando si parla di svincoli autostradali milionari. Meglio un treno che lavora a spola, in coincidenza, tra Salerno- Sicignano-Polla (almeno 8 corse A/R, tutti i giorni dell’anno) o altre colate di cemento in autostrada?“. E chiedono:”Perché altrove si riaprono le linee e si punta sul treno per il turismo, e qui sono più coloro che criticano il Comitato per portare avanti questa battaglia rispetto a chi, invece, comprende cosa cerchiamo di dire?“.
“Siamo sempre stati aperti al confronto, – concludono i membri del Comitato pro ferrovia – abbiamo sempre ribadito con forza le nostre proposte perché le riteniamo credibili, ma non per questo ci sentiamo in dovere di salire in cattedra. Non ci sono battaglie personali da perseguire, ma un lavoro di sensibilizzazione. Certe accuse o certe critiche non ci toccano, ma onestamente dispiacciono perché se dopo trent’anni ancora a nessuno è venuto in mente di porsi qualche domanda e se la poniamo noi riceviamo etichette non proprio gentili, il cerchio non si chiude. Restiamo comunque disponibili a recepire tutte le proposte fattive e non strumentali, al di là degli steccati e dei dissapori personali, per il bene del Vallo di Diano e per la mobilità. Mai promesso la ferrovia, ma neanche è impossibile riaverla“.
– Chiara Di Miele –