L’Eni ha annunciato ai sindacati l’avvio delle procedure per collocare in cassa integrazione ordinaria i 430 addetti al Centro Oli Val d’Agri di Viggiano, bloccato dal 31 marzo scorso a seguito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Potenza sul presunto smaltimento illecito di rifiuti, che ha portato ad una serie di arresti tra dipendenti e funzionari dell’Eni.
Resterebbe in attività solo il personale addetto alla sicurezza
La compagnia ha incontrato oggi Cgil, Cisl, Uil, Filtcem, Femca e Uiltec. Le organizzazioni sindacali lucane dei lavoratori parlano di “segnali negativi anche da alcune aziende dell’indotto“, dove i lavoratori interessati sono oltre 3000.
I segretari regionali lucani di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, si sono detti molto preoccupati per la vicenda sperando in uno “sblocco in tempi brevi degli impianti, a prescindere dal ricorso in Cassazione presentato dall’Eni“.
Intanto venerdì scorso il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro dell’impianto Eni di Viggiano, restano bloccate le due vasche del Centro Oli di Viggiano e del pozzo reiniezione “Costa Molina 2″ a Montemurro.
Eni ha annunciato che procederà immediatamente a presentare ricorso in Cassazione.
– redazione –
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