Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, funzionari dell’Ufficio dei Monopoli per la Calabria e del gruppo CP Operazioni della Direzione Generale dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli (ADM), coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, hanno sequestrato 32 apparecchi da gioco muniti di scheda clonata ed oltre 16mila euro, ritenuti frutto dell’illecita attività di frode informatica.
Risulta indagato l’amministratore/legale rappresentante di una società di Castrovillari, dedita alla gestione e noleggio degli apparecchi da divertimento presso vari esercizi commerciali della provincia di Cosenza ed in Lombardia, Campania e Basilicata.
L’operazione prende origine da alcuni spunti investigativi derivanti dalla segnalazione di una società specializzata nella manutenzione di smart card di videogiochi in merito alla presenza di una scheda palesemente alterata, inviata per la riparazione dal gestore di Castrovillari. A seguito di ulteriori approfondimenti e riscontri eseguiti dalle Fiamme Gialle e dai funzionari ADM, la Procura della Repubblica di Catanzaro, competente sui reati informatici, ha disposto perquisizioni sia presso il magazzino del gestore castrovillarese che presso gli esercizi commerciali dove erano installate le slot.
All’esito delle perquisizioni, è stato accertato che 32 apparecchi su 87 erano irregolari in quanto muniti di una doppia scheda da gioco, abilmente nascosta in un apposito doppio fondo che permetteva di eludere il conteggio delle giocate ed evadere le imposte dovute all’erario (il cosiddetto prelievo unico erariale).
I videogiochi del tipo new slot, come quelli in questione, sono apparecchi da divertimento (contemplati dall’articolo 110, comma 6, lettera a del TULPS) che erogano vincite in denaro e sono collegati alla rete telematica dell’ADM a cui inviano, in automatico, i dati sulle giocate effettuate. Su queste vengono determinate le imposte da versare.
Nel caso di specie, la presenza di una doppia scheda (cosiddetto clone) permetteva di inoltrare solo dati parziali e, di conseguenza, veniva dichiarato meno del dovuto, al fine di evadere le imposte. L’ipotesi investigativa è dunque che sia stata realizzata una frode informatica. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.
Come riporta il quotidiano “La Città”, anche in un esercizio commerciale di Agropoli sono state sequestrate slot munite di doppia scheda che permetteva di eludere il conteggio.