Il Consiglio di Stato dà ragione al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che nel dicembre 2020 aveva disposto la chiusura delle scuole e la Dad a causa dei contagi da Covid.
In quella occasione le associazioni dei genitori che invece volevano le lezioni in presenza avevano impugnato le ordinanze di De Luca innanzi al Tar e nel 2021 si erano visti dare ragione dai giudici amministrativi. Molte famiglie volevano anche chiedere il risarcimento alla Regione, ma il Consiglio di Stato ha riconosciuto al Presidente della Regione di non aver compromesso il diritto allo studio.
Secondo i giudici della Terza Sezione è stata prevista una modalità alternativa che meglio si conciliasse con la gravissima crisi pandemica mondiale in un’ottica di equilibrata ponderazione di contrapposti interessi, a salvaguardia del primario valore della salute dell’intera popolazione regionale.
“Nel decidere la momentanea chiusura delle scuole e la didattica a distanza – si legge nella sentenza – il Presidente della Regione Campania ha considerato non solo la gravità dell’epidemia in atto, ma anche l’intero contesto e quindi l’utilizzo dei mezzi di trasporto, l’affollamento per le vie dei ragazzi che si recano a scuola, la situazione dei locali, degli edifici scolastici, se consentivano o meno il distanziamento“.
Dunque alla base delle ordinanze vi erano rischi non conosciuti, nè prevedibili. “Con le nostre ordinanze ci siamo assunti la responsabilità – ha dichiarato De Luca – perchè su certe situazioni o facciamo le cose comode o facciamo cose che ci pare giusto fare. Questa sentenza è una buona notizia, mi avevano chiesto anche un risarcimento“.