Save the Children ha presentato il Rapporto “Illuminiamo il futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa“, fornendo dati ed elaborazioni inedite e proponendo 3 obiettivi da raggiungere entro il 2030 per porre un argine alla povertà sia economica che educativa di milioni di minori. Un Rapporto drammatico da cui esce con prepotenza il dato di circa il 25% dei quindicenni sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 nella lettura. Una percentuale che raggiunge il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale. Troppe le carenze di servizi e opportunità formative, infatti solo il 14% dei bambini fino a 2 anni va al nido o usufruisce di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad attività ricreative, sportive e culturali.
Dal Rapporto dell’organizzazione internazionale è la Campania la regione ad uscire più malconcia. Il 36% degli adolescenti non è in grado di ragionare in modo matematico, utilizzare formule, procedure e dati, il 28% non sa analizzare e comprendere il significato di ciò che ha appena letto.
Ma la povertà educativa non comprende soltanto le carenze scolastiche e di apprendimento tout court, bensì anche il non avere la possibilità di crescere attraverso lo sport, il contatto con la cultura. Una povertà educativa “oltre la scuola” che Save the Children misura attraverso un indicatore composito di fruizione da parte dei bambini e degli adolescenti di una serie di attività ricreative e culturali. E la Campania in questo settore detiene la maglia nera, perchè l’84% dei suoi minori dai 6 ai 17 anni non svolge 4 o più attività ricreative su 7 indicate. Inoltre l’89% delle classi non garantisce l’orario prolungato, il 51% delle scuole non offre il servizio mensa, la percentuale di presa in carico ai nidi di bambini da 0 a 2 anni non supera il 5%, il 72% degli alunni di 15 anni frequenta scuole con infrastrutture insufficienti.
“La povertà educativa non può essere un destino ineluttabile – sottolinea Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children – e non è accettabile che il futuro dei ragazzi sia determinato dalla loro provenienza sociale, geografica o di genere“.
Questi i 3 obiettivi lanciati da Save the Children per eliminare entro il 2030 in Italia la povertà economica ed educativa: tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni, devono poter avere accesso all’offerta educativa di qualità e bisogna eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa.
“Ci siamo dati questi 3 grandi obiettivi sui quali impegnarci in prima persona – ha detto Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children – chiamando all’azione tutte le forze sociali e istituzionali che operano a tutela dell’infanzia per restituire un futuro ai giovani“.
– Chiara Di Miele –