Dopo le recenti affermazioni del Comitato Docenti di Sostegno che ha manifestato la sua indignazione nei confronti dei provvedimenti adottati dal ministro Valditara, i docenti abilitati e specializzati prendono le distanze e chiedono di non sostenere le proteste.
Secondo il Comitato, le politiche attuali hanno portato una condizione di contrapposizione interna e di precarietà che mette a rischio anche il benessere e l’inclusione degli alunni. Questi docenti chiedono la sospensione della valutazione del titolo abilitante (percorsi del DPCM del 4 agosto 2023) esclusivamente per le graduatorie di sostegno ADMM e ADSS.
“La gran parte di noi ha fatto sacrifici in termini di tempo tolto alla famiglia e in termini economici e di studio sostenendo ben due prove concorsuali nel pieno degli impegni della chiusura scolastica e avendo fatto un percorso abilitante che altri non hanno sostenuto – scrivono i docenti abilitati e specializzati -. E’ lecito che tale punteggio sia riconosciuto. Tutti coloro che hanno sostenuto questi percorsi abilitanti che si inseriranno in prima fascia sostegno sono docenti specializzati per cui la continuità didattica non viene minimamente toccata e nessuna graduatoria viene stravolta. Partendo dalla premessa che la professione del docente (disciplinare o di sostegno) necessita di costante formazione e aggiornamento, abbiamo scelto consapevolmente di partecipare ai bandi di concorso emanati dalle diverse Università italiane. Comprendiamo la difficoltà di coloro che questa opportunità non l’hanno potuta (siamo a conoscenza che alcune classi di concorso non sono state attivate a causa, purtroppo, di scarso fabbisogno regionale) o voluta cogliere probabilmente per la scarsa informazione, per l’impegno oneroso richiesto sia dal punto di vista economico che di studio”.
“Come ogni ordinanza emanata negli anni passati – proseguono – , l’abilitazione su materia ha sempre garantito un punteggio aggiuntivo in tutte le classi di concorso previste per ogni candidato, inclusa la classe di concorso sul sostegno. Diversamente da quanto le voci di corridoio sostengono in questi giorni, era già chiaro nei mesi precedenti l’apertura del bando che sarebbe stato possibile ottenere un punteggio aggiuntivo a seguito del conseguimento dell’abilitazione su materia e sul web si rimanda ad alcuni esempi a titolo esemplificativo e non esaustivo. È previsto un ulteriore punteggio sulle altre classi di concorso in quanto la formazione che stiamo ricevendo dal sistema universitario riveste delle aree trasversali che riguardano la globalità della professione docente e non una preparazione settoriale sulla disciplina specifica e curricolare. Sono previsti infatti corsi sulla valutazione per la costruzione pratica di griglie e strumenti necessari nella didattica, sulla progettazione didattica, sulle prassi inclusive e innovative. Questo non rappresenta una novità ma una caratteristica specifica dei percorsi di abilitazione”.
“Inoltre, riteniamo fondamentale dissociarci dalle illazioni che stanno emergendo in questi giorni rispetto alla serietà dei corsi che stiamo svolgendo in quanto abbiamo potuto constatare personalmente l’impegno con cui le Università li stanno erogando – concludono i docenti –. I ricorsi, le richieste di sospensione dei punti e tutte le altre mobilitazioni, non hanno senso e non lo possiamo accettare. Quale sarebbe poi il rispetto per chi si è formato, ha fatto sacrifici, si è iscritto e ha sostenuto delle prove nel bel mezzo della chiusura scolastica e degli impegni personali e familiari, sostenendo anche le spese di viaggio”.
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