Ancora proteste e violenze in Venezuela che da diversi mesi riversa in una grave crisi politica ed economica. Molte le manifestazioni sfociate più volte in violenze: finora sono 37 i morti accertati. Ondanews ha raccolto la testimonianza di Maria e Natalia, due donne nate a Caracas e che vivono a Centola.
“La situazione è tragica: è stata violata ogni forma di rispetto verso l’uomo, la gente non è tutelata dalla polizia che aiuta i malviventi a saccheggiare case, auto e negozi – raccontano Maria e Natalia, angosciate per la situazione in cui riversano i parenti che abitano a Caracas- Tutte le fabbriche sono state depredate, anche cliniche private e ospedali. La gente trova poco cibo e ha pochi soldi per acquistare i beni di prima necessità e curarsi”.
Migliaia di donne vestite di bianco e con un fiore in mano hanno invaso le strade di Caracas e altre città per manifestare pacificamente contro la repressione sanguinaria del presidente Maduro, chiedendo la restituzione della democrazia al paese.
“La gente evita di uscire per paura di non riuscire a rientrare, alcune scuole sono chiuse e molte volte manca la corrente elettrica – continuano le due donne- La popolazione non comprende il ruolo dell’opposizione, perché non si sente tutelata, anzi lasciata in balia di un crudele destino. Proprio in questi giorni aumentano i dubbi sulle condizioni del fondatore del partito di opposizione ‘Voluntad Popular’ Leopoldo Lopez, in isolamento da un mese e privato delle visite familiari: secondo alcuni è morto, mentre il governo smentisce”.
– Rosanna Raimondo –