30mila persone a Napoli tra lavoratori, studenti e pensionati, oltre mille dalla provincia di Salerno. Una presenza massiccia che non lascia possibilità di altre interpretazioni se non quella della volontà di contestare con vigore la manovra di Bilancio che prevede ancora e ancora tagli, senza investimenti a sostegno dei lavoratori, pensionati e dei servizi pubblici.
“Questo sciopero rappresenta il grido di una comunità che non vuole rassegnarsi all’indifferenza delle istituzioni – ha dichiarato Antonio Apadula, Segretario Generale della Cgil di Salerno-. La massiccia partecipazione da tutta la regione dimostra quanto sia urgente un cambio di rotta. Le condizioni poste dalla manovra economica del Governo sono inaccettabili e mortificano i diritti e il futuro di tutti i cittadini, delle imprese e del nostro Mezzogiorno”.
La manifestazione organizzata da Cgil e Uil ha inteso sottolineare le priorità di cui il Governo dovrebbe farsi carico: aumento del potere d’acquisto, revisione del sistema pensionistico e la promozione di una politica industriale più inclusiva e sostenibile. I rappresentanti sindacali hanno anche ribadito la necessità di una maggiore equità sociale e di interventi concreti per il Mezzogiorno.
“Rischiamo una desertificazione industriale e conseguentemente lo spopolamento dei nostri territori – spiega ancora Apadula-. La manovra che hanno concepito, fin da subito, non farà che acuire il disagio sociale e l’incertezza nel futuro. La fotografia che abbiamo davanti agli occhi è devastante se si considera che è previsto un taglio di 5 miliardi e 300 milioni per le regioni del sud Italia. E’ sconcertante se si considera che nella sola provincia di Salerno decine di fabbriche in crisi rischiano di chiudere a causa dell’assenza totale di investimenti in grado di sostenere la rete dell’industria. Vogliono mettere una linea netta che separi il sud dal nord del Paese. Un disegno fallimentare e sciagurato perché i nostri giovani continueranno, per vivere, ad andare in massa nel nord Italia o all’estero. A cosa serve tutto questo, allora? Chi vogliono colpire? Ce lo dovrebbero spiegare i ministri e il Presidente di questo Governo. Attaccano la cultura inghiottendo circa 400 milioni. Fondazioni, associazioni, cinema, teatri sono agenzie educative imprescindibili, presidi di legalità che sempre più spesso sopperiscono alle mancanze del governo centrale in termini nelle politiche sociali. La piaga dei morti sul lavoro. Nell’ultimo anno, nella nostra regione, ha contato 70 morti. Nel salernitano, almeno tre negli ultimi dieci giorni. Neppure una parola nella manovra economica, se non quella misura ridicola della patente a punti”.
Altri temi importanti al centro delle contestazioni la sanità pubblica e la precarietà. “I fondi stanziati per la sanità pubblica sono del tutto inadeguati per affrontare le crescenti esigenze del Servizio Sanitario Nazionale. Chiediamo un piano straordinario di assunzioni per migliorare le condizioni di lavoro. La manovra prevede solo 6.000 nuove assunzioni di medici entro il 2025, insufficienti persino a coprire il turnover naturale. L’aumento delle indennità per medici e personale sanitario è rinviato al 2026. Le liste d’attesa anche per le urgenze sono sempre più lunghe. Infine, non ci sono misure concrete per ridurre la precarietà lavorativa, sia nel pubblico che nel privato. Le politiche proposte non prevedono investimenti sufficienti per creare occupazione stabile, né tutele adeguate per i lavoratori in condizioni di precarietà cronica” conclude.