L’Eni ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame di Potenza sul sequestro del Centro Olio Val d’Agri di Viggiano.
A comunicarlo è il gruppo petrolifero in una nota.
“In sede di sequestro – scrive Eni – era stato indicato come possibile l’uso dell’impianto a condizione che l’acqua estratta non fosse più reiniettata nel pozzo e fosse altresì modificata la qualifica CER del fluido risultante dal processo produttivo, soluzione che, come già spiegato dalla società, non risultava praticabile dal punto di vista industriale ed era incoerente con il quadro autorizzativo vigente per l’impianto. Premesso che la reiniezione dell’acqua di strato è una best practice internazionale, Eni nelle ultime settimane ha continuato a studiare ipotesi di soluzioni alternative, individuando la possibilità di apportare una modifica all’impianto in grado di determinare la separazione della produzione di gas da quella di olio e permettere di continuare nella reiezione delle acque di strato, soluzione che non richiede variazioni dell’autorizzazione principale attualmente in essere“.
L’istanza presentata oggi mira al dissequestro dell’impianto. “Eni auspica che tale soluzione possa essere accolta dalla magistratura per permettere la riapertura dell’impianto, – si legge nella nota – in attesa del giudizio che la società confida potrà chiarire la correttezza del suo operato. La società darà la massima collaborazione alla magistratura nell’interesse che possa essere fatta quanto prima chiarezza sulla vicenda e si possa procedere al più presto al riavvio delle operazioni“.
Per il Riesame è fondata l’accusa contro Eni di aver smaltito illecitamente nel Centro Oli di Viggiano i rifiuti prodotti dall’estrazione petrolifera. Questa la motivazione in base alla quale è stato confermato, il 16 aprile scorso, il sequestro di due vasche e del pozzo di reiniezione Costa Molina 2.
– redazione –
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