Non dimostra affatto i suoi 101 anni. Lucido, sereno, Antonio Rizzo Schettino ha raggiunto il traguardo abbracciato dall’intera comunità ferroviaria di Sapri che ha voluto festeggiarlo nella sala conferenze del Dopolavoro. Un momento di gioia e di ricordo, nell’avvicinamento al 27 gennaio ed al Giorno della Memoria; Rizzo Schettino, infatti, ha conosciuto l’orrore dei campi di lavoro e di prigionia nazisti.
L’evento è stato organizzato dal Dlf nella persona di Ferruccio Policicchio. Dopo la benedizione da parte di uno dei parroci di Sapri, don Raffaele Brusco, ed il saluto dell’Amministrazione comunale attraverso le parole del vicesindaco Daniele Congiusti, i ringraziamenti e gli auguri da parte dei tanti colleghi con i quali Rizzo Schettino ha condiviso i suoi anni di lavoro in ferrovia. Accanto a lui i figli, Caterina e Giuseppe, ed i nipoti.
“Sono contento di questa festa e spero di poterla fare anche l’anno prossimo – ha dichiarato Rizzo Schettino – Quelli nei campi di lavoro sono stati anni tremendi. Ai giovani d’oggi voglio dire di volersi sempre bene e di essere delle persone migliori”.
Il segreto per arrivare a quest’età? Non arrabbiarsi mai, non rincorrere il denaro, mangiare piatti della Dieta Mediterranea, avere amici veri e, perché no, dedicarsi a piccole cose, come ad esempio la cura dell’orto.
Prima del soffio della candelina sulla torta e sul numero 101, ad Antonio Rizzo Schettino è stata consegnata una tessera di socio onorario del Dlf ed una targa ricordo da parte del presidente del Dopolavoro Ferroviario di Sapri Gerardo D’Amico e del consiglio direttivo del Dlf.
“Il signor Rizzo Schettino è un patrimonio dell’intera comunità saprese – aggiunge il vicesindaco Congiusti –Lo conoscevo già ma oggi lo ritrovo con grande forza, lucidità ed autonomia nonostante le sofferenze e tutto il lavoro di una vita. Ho invitato il nostro ultracentenario il prossimo 27 gennaio per incontrare gli studenti delle scuole cittadine in occasione del Giorno della Memoria”.
Antonio Rizzo Schettino è nato a Marina di Maratea il 21 gennaio 1922. Doveva essere assunto in ferrovia ma l’azienda, a causa della guerra, gli congelò il posto rimandando l’assunzione a fine conflitto. Volenteroso di lavorare per dare sostegno alla famiglia, primogenito di sette figli, pensò bene di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri e, mentre prestava servizio come piantone nella caserma di Bolzano, l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, in seguito a rastrellamento, con tutti i colleghi presenti in caserma fu fatto prigioniero e relegato a Vienna dai tedeschi. Liberato dai russi si ricongiunse alla famiglia il 5 settembre 1945. Gli fu concessa la croce al merito di guerra, inoltre, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi della legge 296/2006, assegnò a Rizzo Schettino la medaglia d’onore per essere stato deportato ed internato nei lager nazisti.
Congedatosi dalla Benemerita, il 7 marzo 1947 Rizzo Schettino fu assunto in ferrovia contribuendo alla sua ricostruzione, distrutta dai bombardamenti angloamericani prestando servizio prima alla stazione e successivamente al personale viaggiante. Lasciò il servizio ferroviario nell’aprile del 1972 ricevendo dai colleghi componenti il DPV (Deposito Personale Viaggiante) di Sapri, nel 1973, una medaglia d’oro.