I pini di Sant’Arsenio tornano a far discutere, e abbatterli o meno continua a dividere l’opinione pubblica. Qualche giorno fa il sindaco di Sant’Arsenio, Antonio Coiro, aveva emesso un’ordinanza per abbattere 39 alberi presenti in via Mons. Antonio Sacco e nella strada comunale di Via Secchio, definendoli “pericoli per la pubblica incolumità”.
In passato il primo cittadino si era già giustificato spiegando che “il pino marittimo non è adeguato per le sue radici superficiali” e che già tre grandi pini erano precedentemente venuti giù, senza fortunatamente causare ingenti danni.
Questa mattina Roberto De Luca, responsabile sede Codacons Vallo di Diano, ha inviato una nota stampa chiedendo al sindaco del comune di Sant’Arsenio di riconsiderare la decisione presa sull’abbattimento dei 39 pini ritenuti pericolosi, suggerendo la consulenza di un dottore agronomo e forestale.
Nel comunicato stampa il responsabile dell’associazione dei consumatori sottolinea di essere a conoscenza di “preesistenti perizie tecniche, che dovrebbero essere in possesso dell’amministrazione”, che tendevano a non considerare questi pini come pericolosi per l’incolumità dei cittadini e invita pertanto a riconsiderare la decisione.
– redazione –
vai antonio … sfasciali tutti
Bravo Sign sindaco
Mi meraviglio che una persona di cultura come il Dott. Coiro si perda così facilmente in una faccenda del genere.
Basterebbe fare come stanno facendo a Polla: tagliare pini ed alberi secolari uno ogni tanto e sostituirli con cartelloni pubblicitari, così nessuno se ne accorge.
I pini mediterranei hanno radici superficiali e sono pericolosissimi, tanto é vero che da millenni svettano sulle vie più belle e storiche del paesaggio italiano.
Ma siamo pazzi?
I cartelloni pubblicitari invece hanno piantoni di acciaio ben piantati in colata di cemento armato.
Bisognerebbe sostituire i pini dell’Appia Antica o delle ville romane con dei bei 6×3 con offerte Conad o delle foto del matrimonio al Pandoré, allora sì.
Evviva i nostri politici lungimiranti e di buon senso.
Mi raccomando il nostro territorio non é stato abbastanza deturpato, dai un altro piccolo sforzo e lo distruggiamo definitivamente.
Basta alberi inutili e pericolosi, più cartelloni pubblicitari.
Piantare i pini sulle strade di grande comunicazione e’ stata una grande superficialità passata oggi si continua a perseverare nell’errore . Sarebbe il caso di vietarli per legge nelle vicinanze delle arterie stradali.Si guardi il sollevamento dell’asfalto provocato dalle radici senza escludere l’eventuale caduta di qualche pigna o addirittura rami o l’albero intero in presenza di maltempo.
E ‘ il lato più carino ad ingresso nel nostro caro paese ,in cui svettano maestosi i simboli della nostra realtà mediterranea .Forse un lato della cornice del Vallo di Diano che la natura ci ha consentito fino ad ora di manutenere,interessante,paesaggistico,certamente da tenere sotto cura ! Ma non da eliminare del tutto ! Si rifletta bene e si riconsideri la decisione di abbatterli ….! Come mai da 70 anni,Voi Amministrazioni dello stesso colore, ce l’avete tanto col distruggere quel poco di buono che c’è rimasto….? Cercate di riflettere…. Vi ricordate il viale dei platani,gli archi nell’allora piazza Plebiscito,la Chiesa Madre ! E poi la ennesima scarsa tutela,scarso controllo e poca lungimiranza nella conservazione e restauro di edifici privati e pubblici,durante il periodo buio del post-terremoto 1980,quando di soldi ce n’erano a iosa,con grandi opportunità per impiegarli nel modo migliore……..!
Non sono un esperto di botanica e capisco benissimo le responsabilità in termini di sicurezza che un sindaco si assume in casi del genere.
Ma non certo si possono liquidare con una frettolosa ordinanza 39 alberi sia in quanto patrimonio ecologico che paesaggistico.
Prima di arrivare ad una scelta del genere su di un qualcosa di elevato valore per la comunità e per l’ambiente, vanno fatte tutte le perizie e gli studi possibili.
Poi, cari sindaci, per le piante e per il patrimonio culturale dei paesi che dite di amministrare, esiste una cosa, semplice e che fa risparmiare tanto, sia in termini monetari sia in termini di scelte drastiche come queste; questa cosa si chiama MANUTENZIONE.
Manutenzione che va fatta da personale specializzato.
(A Polla la manutenzione sugli alberi comunali va risolta o tagliandoli oppure decapitandoli lasciando un tronco secolare con 4 rametti)
Bene,se si ci accorge del pericolo,e una fortuna,che come sventura,puo´colpire chi unque,io non posso,non devo,e non voglio – credere che a una persona oggi sindaco nato e cresciuto in questo paese,che gli faccia gioia – vedere il taglio degli alberi in pericolo,vi siete chiesti,se per lui sia semplice,vi siete chiesti,cosa sara per lui quando vedra che gli alberi che anno accompagnato la sua e la vostra infansia,quando non ci saranno piu…….Ma cosa deve fare un sindaco,davanti a queste circostanze….cosa fareste voi al suo posto.-
Erano presenti da mezzo secolo. Forse più che per l’incolumità della gente, che in quel tratto usa solo l’auto, era per l’integrità dei mezzi di trasporto, gli alberi producono una grande quantità di resina. Ora quel percorso è desolante, prima della demolizione era uno dei tratti più belli della strada principale che attraversa il Vallo! Un parco patrimonio dell’umanità non può essere trattato così tassativamente, si trova altro modo! E purtroppo non è un fatto isolato da queste parti. Gli alberi vanno piantati, no abbattuti!