Per la prima volta all’ospedale “Immacolata” di Sapri è stata impiantata una protesi di spalla inversa. Ad eseguire l’intervento è stata l’equipe coordinata dal dottor Attilio Molinaro, dirigente dell’unità operativa di ortopedia. La protesi è stata impiantata su una paziente di 79 anni, Maria Cafaro e già nei prossimi giorni la donna inzierà ad effettuare la fisioterapia. Oltre al dottor Molinaro, l’equipe che ha preso parte all’intervento è composta dal dottor Salvatore Mazzeo, dall’anestesista Emidio Cianciola, dal caposala di ortopedia Nicola Iudici e dal caposala della sala operatoria Giovanni Gentile. Fondamentale per il decorso post operatorio l’assistenza fornita da tutto il personale in servizio nel reparto di ortopedia. In Campania, oltre al dottor Molinaro si contano sulle dita di una mano i chirurghi che si dedicano a questo tipo di chirurgia.
“L’intervento effettuato – ha spiegato il dottor Molinaro – è durato circa 50 minuti ed è stata praticata una anestesia locale alla paziente che quindi è rimasta sempre vigile. Per impiantare questa protesi è necessario che vi siano delle condizioni particolari ed è un intervento che viene fatto in soggetti anziani, in quelli giovani invece è preferibile fare interventi di tipo conservativo. Grazie a questa tecnica è possibile recuperare una buona funzionalità della spalla ed in tempi rapidi contrariamente a quanto accadeva qualche anno fa”. La tecnica utilizzata all’ospedale di Sapri servirà anche ad evitare l’emigrazione al nord dei pazienti per potersi far impiantare una protesi alla spalla.
L’ospedale di Sapri si conferma essere una delle eccellenze nel campo dell’ortopedia in particolar modo per quanto riguarda l’impianto delle protesi tant’è che sono moltissimi i pazienti che arrivano non solo dalla Campania, ma anche dalla Basilicata e dalla Calabria ed in qualche caso anche dall’estero come ha raccontato il dottor Molinaro. “Qualche anno fa ho operato il quarto uomo più ricco d’Europa, un cittadino belga, – racconta il primario – era qui in vacanza ed ebbe una brutta frattura ad una gamba. Gli misi un chiodo che era entrato in commercio da qualche mese. Fece venire un professore universitario da Bruges che assistette all’intervento e rimase entusiasta per il modo in cui era stata fatta l’operazione. Questa persona poi è guarita ed è anche ritornata a Sapri per venire a ringraziare tutta l’unità operativa”.
Questa è la prova di come la buona sanità esiste anche nei piccoli centri dove medici ed infermieri nonostante i continui tagli alle spese e la carenza di personale riescono ad eccellere e a non farsi mettere con le “spalle” al muro.
– Erminio Cioffi –