Tramite un comunicato stampa a firma del responsabile Roberto De Luca, il Codacons Vallo di Diano entra nel merito della questione sanità nel Vallo di Diano e delle attività poste in essere anche dal Comitato C.U.R.O.
“Pensa alla salute! Questa è l’espressione che spesso è stata indirizzata a noi quando abbiamo pubblicamente denunciato l’inquinamento ambientale della vallata, o l’invasione dei cartelloni pubblicitari dappertutto lungo le malandate strade del nostro territorio. Pensa alla salute, ci dicevano, quando abbiamo messo in evidenza la mala-amministrazione che ha portato – purtroppo – ai risultati che avevamo preconizzato – si legge nel comunicato – Provenendo da Sala Consilina, da ultimo spogliata di importanti servizi pubblici, ed entrando a Sassano, il cui sindaco è oggi presidente dell’Ente Parco, riuscirete a scorgere solo un minuscolo cartello che indica la località in cui (forse per ventura!) state per giungere. In compenso, potrete ammirare enormi cartelloni pubblicitari, a destra e a manca, lungo tutto il rettifilo. Tanto per fare capire al visitatore dove egli si trovi e come funzionino le cose in certi luoghi”.
“Alla salute noi ci abbiamo pensato, ma dubitiamo che ci abbiano pensato molto i nostri amministratori. Anche perché da tempo stiamo cercando di far comprendere che un “hub” (struttura centrale) debba essere davvero tale rispetto ai propri “spoke” (strutture periferiche connesse a raggiera) – continua – Bene ha fatto, dunque, il Comitato C.U.R.O. a far presente come, per la particolare conformazione orografica del territorio, l’ospedale di Vallo della Lucania non possa essere considerato un “hub” per la struttura (periferica?) di Polla. Bene ha fatto il Comitato a ricordare al sub-commissario Longo, nell’incontro tenutosi di recente a Polla, il tragico evento accaduto proprio durante il trasporto via elicottero di un paziente da Polla a Vallo della Lucania”.
“In questo scenario, oltre alle parole di buon senso ribadite dai rappresentanti di C.U.R.O., c’è stata anche una nostra incessante richiesta circa la gestione dell’emergenza, a cui non è stata mai data risposta. Nel 2011 scrivevamo al Commissario dell’ASL di Salerno che, avendo noi “accettato di vivere nella Repubblica Italiana, essendo peraltro residenti nella Regione Campania, abbiamo avuto modo di leggere – anni fa – una legge che, se non è stata promulgata per celia, dovrebbe prevedere l’istituzione di una centrale operativa per l’emergenza(118) presso l’Ospedale San Leonardo di Salerno da cui dipende il territorio dell’ex USL 57 – sottolinea il responsabile – Questa legge (Legge Regionale n. 2/94) infatti non prevede che, alle chiamate fatte al 118 (Emergenza Sanitaria), provenienti dal territorio dell’ex USL 57 di Polla, risponda Basilicata Soccorso di Potenza (Centrale 118 per TUTTO il territorio, campano e lucano, del distretto telefonico con prefisso 0975), che poi smista la telefonata, rimanendo in linea, alla Centrale Operativa dell’Ospedale di Vallo della Lucania. Invece, è proprio questo che avviene, contrariamente a quanto previsto dalla L.R. 2/94. Il nostro appello è quello che si provveda finalmente, entro l’anno, a rendere efficace questa stessa legge nell’ambito del delicato aspetto dell’emergenza sanitaria”. E quella non era l’unica occasione in cui mettevamo in evidenza questa non secondaria discrasia. Molte volte abbiamo anche denunciato l’assenza di una pista di atterraggio per eliambulanze, abilitata per voli notturni, presso l’ospedale di Polla”.
“Tuttavia, come per i cartelloni pubblicitari, noi comprendiamo le dinamiche. E però, mentre la sovraesposizione di un viandante ai richiami commerciali potrebbe essere discussa sul piano estetico, laddove altre importanti vicende vengono derubricate come questioni amministrative, nel caso della sanità locale gli amministratori dovrebbero semplicemente prendere atto dell’esistenza delle leggi (modificandole, se opportuno), dei bisogni dei cittadini e di quella legittima richiesta che promana da essi e che va sotto il nome di diritto alla salute – conclude – Perché si può anche “morire” di dispiacere nel vedere un paesaggio vallivo costellato da pubblicità visiva di ogni tipo, senza che nessuno fiati (come al solito!), ma di certo si rischia di morire davvero se l’organizzazione dell’emergenza in un territorio non è pensata in modo ottimale“.
– redazione –