“Si è tenuto giovedì scorso il tentativo obbligatorio di conciliazione tra organizzazioni sindacali con Asl Salerno e ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’, previsto dalle norme vigenti e dalla correttezza tra le parti, alla presenza del Prefetto di Salerno. O meglio, si sarebbe dovuto tenere e così non è stato solo ed unicamente per la condotta insensata, insensibile, irrispettosa ed irriguardosa tanto dell’Asl Salerno, quanto dell’Azienda ‘Ruggi’, che non si sono presentate sebbene regolarmente convocate dalla Prefettura“.
Tuona così il Nursind Salerno per il mancato incontro tra parti per risolvere una questione che coinvolge il comparto della sanità.
“Un atteggiamento che, al di là della maleducazione posta in essere, rappresenta un fatto più unico che raro nel panorama delle relazioni sindacali, atteggiamento che non ha tenuto in debita considerazione il fatto per cui si sia stati convocati da chi, per Istituzione, rappresenta il Governo sul territorio della provincia di Salerno, con una prosopopea che rasenta non solo la maleducazione ma anche e soprattutto un atteggiamento alla Marchese del Grillo che qualifica chi lo pone in atto e non chi lo subisce – prosegue Nurdind -. Capiamo bene che un confronto sereno su argomenti di carattere ed interesse generale oggi avrebbe messo in difficoltà le aziende sanitarie che, prive di elementi a sostegno delle loro tesi, avrebbero fatto una figura meschina alla presenza del Prefetto, ma la cosa che più fa pensare è che il tutto avvenga con supponenza confidando nel fatto che questa organizzazione non proceda con lo sciopero dei lavoratori della sanità salernitana”.
Così Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno, comunica l’esito delle trattative sindacali con Asl e azienda “Ruggi”: “Ebbene, egregi direttori, vi comunichiamo che lo sciopero non solo si farà, ma avrà anche l’effetto dirompente di far capire a tutti di che pasta siete fatti. Non basta asserire che bisogna muoversi nel perimetro delle regole costituite, bisogna farlo e voi non solo non lo avete fatto, ma continuate a mortificare le legittime aspirazioni di carriera di tanti onesti lavoratori che dovreste tutelare e invece non lo fate. Da adesso questa organizzazione sindacale si riterrà libera di agire senza doversi raffrontare con voi, senza dover ascoltare le vostre inutili promesse sempre disattese, ritenendosi libera di denunciare in ogni sede competente, penale e amministrativa, ogni fattispecie che ritenga essere fatta senza i crismi di legge, perché, fatevene una ragione, viviamo in uno Stato libero come uomini liberi e nessuno, men che meno voi, potrà mai limitare il nostro diritto di critica sindacale costituzionalmente riconosciuto. Chiudo con un invito nemmeno tanto velato: se vi rimane un briciolo di dignità dimettetevi, ne guadagnerete in autostima ”, conclude.