I socialisti italiani, con a capo il segretario nazionale Enzo Maraio, si incontrano a San Pietro al Tanagro, terra che ha dato i natali al senatore del PSI Enrico Quaranta, per la festa del 2 Giugno.
L’occasione è stata data dal convegno, organizzato da Antonio Marrone, sul tema “Autonomia differenziata ed aree interne” al quale, coordinato dal giornalista Giampaolo Sodano, già dirigente Rai ed attuale direttore del quotidiano online “Il mondo nuovo”, hanno preso parte il prof. Felice Laudadio, il dottore Antonio Bossone, l’onorevole Federico Conte e l’onorevole Gianni Pittella.
“Bisogna riformare la cultura socialista, aggiornandola alla lotta di oggi – ha affermato Giampaolo Sodano nel presentare i lavori –. Per fare questo, però, bisogna recuperare la nostra memoria. Solo se facciamo tesoro delle nostre radici socialiste possiamo rileggere e attualizzare la nostra storia”.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di San Pietro al Tanagro, Domenico Quaranta, ha preso la parola il Presidente dell’Associazione Riformisti della Campania, Felice Laudadio, secondo il quale “purtroppo i partiti sono stati fatti oggetto di una sciagurata discriminazione, col risultato di favorire un populismo cha sta producendo risultati dannosi per la democrazia. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, il fenomeno dell’astensionismo. La gente non va più a votare perché non crede più nella politica. Ecco, il nostro compito deve essere proprio quello di far riavvicinare il rapporto tra rappresentanti e rappresentati. La cosiddetta ‘Riforma Calderoli’ sull’Autonomia differenziata rappresenta una frattura totale della nostra Nazione, dove il Mezzogiorno ne esce bistrattato e mortificato. E la cosa più triste è che questa riforma, al Senato, è stata votata anche da ministri, sottosegretari e parlamentari del Sud.”
Per l’onorevole Gianni Pittella, inoltre “uno stato si definisce unitario solo se riesce a garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti ma la ‘Riforma Calderoli’ va in tutt’altra direzione, avvantaggiando le aree più ricche, a danno delle aree più disagiate”.
Per l’onorevole Federico Conte, invece, “immaginare che ci possano essere 20 epicentri autarchici, significa abbandonare definitivamente l’elemento di tenuta dello Stato. L’egoismo di fondo che anima la ‘Riforma Calderoli’ relega in uno stato di solitudine il Mezzogiorno mentre invece l’alternativa è quella di continuare a pensare all’orizzonte del cambiamento e ad alzare l’asticella della politica”.
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale del PSI Enzo Maraio, secondo il quale “l’Autonomia differenziata rischia di sortire uno stravolgimento definitivo del nostro assetto istituzionale e questo pericolo lo dobbiamo fronteggiare con tutti i mezzi che la democrazia ci mette a disposizione”.