“La lotta contro l’amianto riparte dalla Campania” è il titolo del convegno che si è svolto sabato presso il Salone dei Marmi a Salerno, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dal suo presidente Ezio Bonanni.
In Campania l’amianto ha provocato, soltanto nel 2022, più di 600 decessi (100 per mesotelioma, 200 per tumore polmonare, 300 per le altre patologie correlate come tumori del tratto gastrointestinale, asbestosi, ispessimenti pleurici) e migliaia di nuovi malati, decine di migliaia i decessi per altri agenti cancerogeni. Nella regione sono tante le attività economiche in cui negli anni i lavoratori sono stati esposti all’amianto. Tra queste cemento-amianto, cantieristica navale, industria metallurgica, edilizia, portualità e trasporto marittimo, rotabili ferroviari, trasporti terrestri e aerei, riparazione e commercio di autoveicoli e ricambi, difesa militare, agricoltura e industria tessile. Gli ultimi dati disponibili (2018) parlano di 3 nuovi siti industriali con amianto, di 85 edifici pubblici, 955 edifici privati e 3043 coperture in eternit. In totale 4000 strutture. Le bonifiche, però, sono ancora in ritardo.
Altra forte criticità è la mancanza di discariche destinate a ricevere materiali con amianto e di impianti di inertizzazione dell’asbesto e l’inattività del Centro operativo regionale che registra i casi di mesotelioma. Il vicepresidente della Regione Campania e assessore regionale all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola, sull’argomento ha dichiarato che “la bonifica delle strutture con elementi costruttivi in amianto è da anni alla primaria attenzione dell’amministrazione regionale. Nel 2018 abbiamo anche promosso un bando destinato ad enti e soggetti pubblici per favorire la decontaminazione da amianto da edifici pubblici o di uso pubblico, come scuole, strutture sanitarie, alloggi precari. Utilizzeremo il nuovo ciclo di fondi europei per dare un ulteriore impulso agli interventi di decontaminazione da amianto in tutto il territorio regionale”.
A seguire l’intervento dell’assessore alle Politiche sociali e giovanili del Comune di Salerno, Paola De Roberto che ha evidenziato che “il problema amianto a 30 anni dall’entrata in vigore della legge che lo ha messo al mondo risulta essere ancora, purtroppo, un grave problema, soprattutto per la salute, in quanto le patologie gravi ad esso correlate, tra cui in particolare il mesotelioma, si manifestano dopo molti anni dall’esposizione. Quindi non dobbiamo abbassare la guardia e combattere. Ben vengano sistemi di monitoraggio che mantengano un faro acceso sulle esposizioni. Inoltre sono ancora troppi gli edifici sia pubblici che privati che non sono stati bonificati. La Regione Campania ha investito tante risorse per la rimozione e smaltimento, ma c’è ancora tanto da fare. È necessario anche un intervento nazionale che supporti le spese del rifacimento delle coperture, per esempio”.
Sono intervenuti, inoltre, Piero De Luca, il Presidente emerito dell’Ordine degli Avvocati, Americo Montera, e gli avvocati Marcello Mascolo, Marco Siniscalco e Stefano Salimbene, che hanno fatto il punto sulla nuova giurisprudenza sul tema amianto. È stata quindi la volta del segretario generale Asso.Impre.Di.A., Alberto Patruno che ha dichiarato:“La partecipazione a questo evento è un importante confronto tra Istituzioni, professionisti e imprese. È necessario mantenere l’attenzione sul tema dell’amianto per individuare insieme come accelerare le bonifiche dall’amianto delle varie strutture ed edifici pubblici ancora presenti sul territorio. Infatti, i dati forniti da ISPRA non sono incoraggianti: a livello nazionale ci sono dei dati aggregati che indicano circa 118.231 siti d’amianto intendendo con questo termine anche l’amianto naturale. Sempre a livello nazionale, lo stato delle bonifiche dei siti di amianto di origine antropica è di 7.918 siti bonificati e 4.304 siti parziamente bonificati. In Campania risultano 1040 edifici, di questi almeno 72 sono edifici pubblici”.
Il professore di Medicina legale dell’Università degli Studi del Sannio – Benevento, Giuseppe Vacchiano ha rilevato che “il lavoratore, se esposto ad eventuali condizioni di pericolo, merita d’essere adeguatamente tutelato e, purtroppo, non sempre questa tutela viene assicurata. Un tale impegno è però particolarmente difficile da realizzare per i lavoratori esposti all’amianto in quanto la patologia amianto correlata è particolarmente complessa, insidiosa, multiforme, cronologicamente non definibile. Occorre pertanto potenziare non solo le misure di prevenzione, ma affiancare ad esse soprattutto quelle di protezione dei lavoratori”.