“Non mi fermo, io non ho paura”. E’ un fiume in piena Priscilla Salerno all’indomani delle polemiche che si sono scatenate in seguito all’annuncio della sua discesa in campo alle amministrative di Salerno nella lista del Nuovo PSI, a sostegno del candidato sindaco di centrodestra Michele Sarno, in una lista con Forza Italia ed Udc.
Proprio Sarno, nella giornata di ieri, attraverso una nota stampa, ha di fatto bocciato la candidatura di Priscilla Salerno affermando che “detta candidatura avrebbe, se accettata, sortito un effetto divisivo all’interno della coalizione” e che nella sua visione “le candidature devono servire ad aggiungere e non a sottrarre”.
Il nome di Priscilla Salerno ha fin da subito scatenato polemiche e dissapori all’interno della coalizione di centrodestra, nonostante le sue battaglie a difesa delle donne, in particolare sui rischi del revenge porn. “I diritti delle donne non si tutelano certo candidando al Consiglio Comunale di Salerno la pornostar Priscilla” ha scritto sul proprio profilo Facebook il deputato di Forza Italia Gigi Casciello.
“Siamo contro le ipocrisie – ha tuonato Lucio Barani, segretario nazionale del Nuovo Psi – Ai socialisti, come del resto a tutti gli italiani piacciono anche i film porno e siamo convinti che piacciano anche al candidato sindaco di Salerno Michele Sarno. A lui chiediamo di ripensarci perchè la libertà, la democrazia e la giustizia per noi socialisti sono valori non negoziabili, per noi irrinunciabili. Priscilla è una nostra ‘iscritta onoraria’, ha partecipato a nostre iniziative e pretendiamo rispetto. Lo pretendiamo perchè donna, perchè ha condotto battaglie importanti per i giovani e per le donne, perchè ha idee per Salerno che è la sua città”.
Ai nostri microfoni Priscilla Salerno ha fatto un lungo sfogo per chiarire la situazione, per denunciare la mancanza di solidarietà da parte del mondo politico femminile e per lanciare un messaggio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Silvio Berlusconi, a Giorgia Meloni e Mara Carfagna per difendere quello che lei stessa definisce “un attacco alle donne e all’impegno civile”.