I giudici della Terza sezione del Tribunale di Salerno hanno accolto il ricorso di un Caporale maggiore, in servizio a Salerno, contro il Ministero della Difesa.
Il fatto riguarda la connessione tra la neoplasia testicolare di cui è affetto il Caporale e il suo impiego nei Balcani, zona in cui le polveri di uranio impoverito sono presenti in gran quantità. Come riporta il quotidiano “Il Mattino”, il Ministero della Difesa non ha riconosciuto nessun effetto di correlazione tra la malattia e il servizio svolto in quei luoghi. Di altro parere il Tar di Salerno secondo cui dovrebbe essere la Pubblica Amministrazione a tratteggiare una seria probabilità di insorgenza della malattia per aver frequentato certe zone, a fronte delle accertate patologie tumorali contratte dal personale lì impiegato.
Secondo i giudici, il Comitato avrebbe dovuto sottoporre il Caporale a un monitoraggio medico continuo, effettuando le visite mediche per un periodo di cinque anni dopo la missione nell’area balcanica nel 2008, con un controllo ogni 4 mesi dopo i primi 3 anni ed ogni anno per gli ultimi due. Invece è stato sottoposto alle visite una sola volta.
Nel frattempo la carriera del Caporale è continuata con altre missioni, fino a raggiungere Salerno nel 2015, da dove partì per la missione Onu in Libano.
Dopo soltanto un mese, il militare fu costretto a tornare in patria per un‘operazione di urgenza a causa della neoplasia testicolare. Nel ricorso presentato dagli avvocati del militare si legge che già in passato sono stati acclarati casi simili di insorgenza di patologie tumorali a causa di una mancata dotazione idonea ai militari ad evitare certi rischi.