Ancora un episodio di violenza nella Casa Circondariale di Salerno, dove un detenuto ha cercato di infiammare la cella per ben tre volte.
L’episodio è raccontato dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria che afferma si tratti di un atto “pretestuoso, perché voleva essere inserito nel reparto articolazione mentale così (secondo lui) sarebbe riuscito ad accedere ad una comunità. Lo stesso, nonostante sia pericoloso per la gestione dell’Istituto, perché inviso alla popolazione detenuta ed aggressivo nei confronti di tutti gli operatori penitenziari continua a permanere presso la Casa Circondariale di Salerno”.
Ieri pomeriggio il detenuto in questione ha appiccato nuovamente il fuoco nella camera di pernottamento con il pretesto di andare in infermeria. “Quando il personale di Polizia Penitenziaria ha aperto la cella, il detenuto ha posto in essere ennesimi atti di violenza – racconta il Sappe – ha sputato, preso una sedia che ha lanciato contro un agente recandogli danno al polso. Ha minacciato, inoltre, l’Ispettore di sorveglianza generale alla gola con un pezzo di ceramica e ha sferrato un forte pugno alla schiena ad un altro poliziotto accorso”.
Gli uomini della polizia penitenziaria sono riusciti ad accompagnare il detenuto in infermeria, dopo non poche umiliazioni, vessazioni e violenze. “Giunto in infermeria il detenuto ha distrutto una stanza dove erano custoditi farmaci speciali, successivamente è riuscito ad impossessarsi di psicofarmaci presenti nell’infermeria e li ingeriva ponendo resistenza al personale – proseguono dal sindacato – E’ stato quindi nuovamente accompagnato in ospedale”.
Le violenze subite di continuo hanno portato allo stremo gli agenti di Polizia Penitenziaria di cui il Sappe si fa portavoce. “Il detenuto in questione è diventato ingestibile ed il personale di Polizia Penitenziaria è stanco e demotivato dalla mancata adozione di soluzioni concrete. Insomma sembra quasi che il controllato controlli i controllori. Nonostante le nostre denunce, riscontriamo una totale assenza di risposte”, conclude amaramente il sindacato.