Continuano i blitz nelle carceri da parte della Polizia Penitenziaria per scovare le irregolarità nelle celle.
All’interno del carcere di Salerno è stato rinvenuto, infatti, un cellulare in possesso di un detenuto. Il SAPPE evidenzia che “durante una perquisizione ordinaria un detenuto ha estratto dalla bilancetta della cella un telefono cellulare per poi distruggerlo prontamente in tante parti sbattendolo contro il lavabo della propria cella”.
Per il SAPPE “è inaccettabile lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia, tra rinvenimenti di telefoni cellulari e droga, aggressioni, rivolte ed altri eventi critici: sono troppe e tutte inaccettabili le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria, troppo pochi i poliziotti in servizio (la scopertura dell’organico della Polizia penitenziaria è pari al 16%: su 42.850 unità gli agenti presenti in servizio sono 35.717). Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Nelle carceri della Nazione serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece torna ad appellarsi per un incontro urgente con i Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari. “Per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamento dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria e più tecnologia a supporto degli Agenti”.
“Sottoscrivere un protocollo operativo non è stato sufficiente. E’ necessario un intervento legislativo che modifichi il reato di tortura e preveda espressamente e chiaramente, a fronte di condotte violente ad opera di uno o più detenuti, l’uso della forza, allo scopo di ripristinare la sicurezza all’interno del reparto. Diversamente si continueranno a verificare pericolose situazioni di perdita di controllo da parte dell’amministrazione penitenziaria e contestuale sopravvento dei detenuti riottosi e violenti – dichiara l’esponente del sindacato – Esprimo il mio compiacimento per l’operato della Polizia Penitenziaria che, nonostante la mancanza di norme chiare, la carenza di organico ed il sovraffollamento, continua a porre in essere azioni di prevenzione e di ripristino dell’ordine e della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.