Si era affidata ad un ambulatorio medico privato per un trattamento di chirurgia estetica, nello specifico del rialzamento dei glutei, ma l’intervento è finito drammaticamente. E’ accaduto nel 2019 a Monza e a perdere la vita è stata la salernitana Maria Teresa Avallone, di 39 anni, che viveva da tempo in Lombardia.
Il Tribunale di Monza ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, il chirurgo estetico che ha eseguito l’operazione, accusato di omicidio colposo in quanto “la donna si sarebbe potuta salvare con l’uso del defibrillatore”.
Infatti, Maria Teresa si sarebbe sentita male subito dopo l’iniezione dell’anestetico che le avrebbe causato un arresto cardiaco, finendo successivamente in coma. Secondo il pm la donna avrebbe potuto essere salvata con una “gestione corretta della crisi” al momento del malore. Immediata fu la corsa all’ospedale “San Gerardo” di Monza dove la donna è giunta in arresto cardiocircolatorio ed è morta dopo alcuni giorni di agonia. La famiglia scelse di donare gli organi della 39enne.
Dal canto suo, il medico si è sempre dichiarato innocente sostenendo che i parametri della paziente indicavano che non poteva essere salvata. Ai familiari di Maria Teresa Avallone, infine, è stata riconosciuta una provvisionale di 80mila euro.
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