Non voglio pensare che esistano eroi di serie A e di serie B, perché così non può essere, così non deve essere, ma c’è qualcosa che non torna nel sistema attraverso il quale vengono conferite le Medaglie d’oro al valor civile. Ieri per caso ho letto la notizia dell’assegnazione della medaglia, da parte del Presidente della Repubblica, alla memoria di una dottoressa deceduta, l’8 settembre del 2013, dopo essere stata investita da un’auto mentre stava prestando soccorso ad una persona rimasta ferita durante una rissa.
Appena ho letto la notizia mi è venuto subito alla mente l’avvocato di Sala Consilina Pino Paladino e il sacrificio della sua vita per salvare, l’11 agosto del 2013, dei ragazzi che rischiavano di annegare nel mare di Palinuro.
Pino non c’è più, Pino ha anteposto alla sua vita il suo altruismo, la sua generosità, il suo amore per il prossimo. Pino è morto tradito dal suo cuore, quello stesso cuore che gli ha detto “vai tuffati, salva quei ragazzi”.
Nei primi mesi che hanno seguito la tragedia non si faceva altro che parlare del “nostro eroe”. I consigli comunali di Sala Consilina e Centola Palinuro si erano attivati per far si che arrivasse il riconoscimento da parte dello Stato alla memoria di Pino, ma poi quella richiesta non si sa che fine abbia fatto. Forse si trova nello scaffale di qualche ufficio a Salerno o a Roma in attesa che qualcuno, un giorno, la veda e dica forse tra un anno, forse tra dieci, “ah c’è questa richiesta da evadere” e forse solo allora lo Stato onorerà la memoria di un suo figlio che per amore della vita ha dato via la sua vita.
– Erminio Cioffi –