Il sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone ha disposto con una ordinanza l’abbattimento di 11 capi di bestiame per inosservanza alla normativa in materia di sanità pubblica veterinaria.
L’ordinanza è stata firmata in seguito alla nota del Dipartimento di Prevenzione di sanità animale dell’ASL Salerno con la quale veniva messo in evidenza che, in seguito ad un controllo sanitario effettuato presso l’allevamento di proprietà di un allevatore residente nella frazione di Sant’Antonio a Sala Consilina, i capi di bovini controllati sono risultati non identificati, privi di registrazione e delle marche auricolari previste dalla normativa vigente in materia.
L’allevatore ora avrà 10 giorni di tempo per procedere a proprie spese all’abbattimento dei capi di bestiame ed allo smaltimento delle carcasse.
– Erminio Cioffi –
Ma gli animali sono sani?
Se lo sono andate a f………. veterinari, sindaci, asl e tutta questa schifosa burocrazia italiana
La carne estera che arriva tutti i giorni non credo sia migliore della nostra.
w giorgio gaber che non si sentiva italiano
Ordinanza illegittima perché l’abbattimento di bovini affetti da brucellosi è di competenza del Responsabile del Servizio Veterinario dell’ASL e non del Sindaco.
non si tratta di malattia bensì di non tracciabilità dei capi perché senza documenti. Si sconosce provenienza e quindi potrebbero essere stati oggetto di furto e senza senza vaccinazioni contro malattie infettive. comunque spetta all’allevatore presentare delle giustificazioni caso contrario le norme prevedono l’abbattimento.
Per questo il Vallo di Diano ha fatto una brutta fine, gli allevatori sono diventati solo dei numeri (in calo ed in estinzione) ed i loro animali pure!!! Prima si allevava e con pochi bovini si mandava avanti una famiglia, poi è arrivata la UE che impone leggi proprie che unite a quelle italiane fanno paragonare gli allevatori ai peggiori dei criminali. Il Vallo di Diano, già senza industrie, senza Tribunali, in totale stato di deriva ed abbandono, vede pian piano sopprimere anche la possibilità di crearsi il cibo dall’agricoltura.
Leggo con meraviglia. Vorrei provare a fare un ragionamento. Concordo con salvatore sul dato di abbandono, ma non sulla analisi delle cause. Pasquale esordisce bene chiedendo sulla salute degli animali ma poi scade nel tipico menefreghismo italiota. Il nostro caro amato sud…salvatore ne ha scritto, continua imperterrito a non volere assumersi le responsabilità della propria crescita e di uno sviluppo vero e strutturato. Questo caso giornalistico è l’esempio di un “tira a campare”, che unito alla burocrazia genera i mostri. Forse è giunto il momento di urlare con forza le prerogative che questa terra dovrebbe avere. Agricoltura sostenibile, abbinata ad industrializzazione leggera, cioè cominciare a produrre e impacchettarr qualcosa di unico e di grande qualità, in grado di conquistare mercati sani. Il Cilento di fatto ha esportato la dieta mediterranea nel mondo…ma gli schef cucinano a londra. Per troppo tempo si è pensato che bastassero gli agriturismo…finti ristoranti, per conservare cultura culinaria ed illudersi di preservare le tradizioni. Si è puntato negli ultimi 40 anni verso un modello falso, di impiegati, e stipendiati del nulla, sprofondato li si in un provincialismo atavico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, un intero territorio che ancora oggi non conosce la propria vocazione. Bisogna insegnare alle nuove generazioni che bisogna lavorare, non più con la zappa…ma con il trattore tecnologico si…buon lavoro a tutti. Stefano Di Benedetto