Si è svolto oggi, presso la sede dell’Indirizzo Professionale Agricoltura dell’Istituto “Marco Tullio Cicerone” a Sala Consilina, un interessante seminario dal titolo “Il ruolo dell’Agrotecnico nelle Filiere Agroalimentari” a cura del dottor Rosario La Manna, auditor/lead auditor di Sistemi di Gestione per la Qualità e Ispettore Filiere Agroalimentari. Il seminario, rivolto agli studenti del quarto e quinto anno dell’Indirizzo Agricoltura e Risorse Forestali, si inserisce nel quadro di ampliamento dell’offerta formativa e di orientamento in uscita dei futuri agrotecnici. Ha coordinato e moderato l’incontro il professor Paolo Giglio, docente di Scienze e Tecnologie Agrarie.
I lavori hanno avuto inizio con l’intervento del responsabile di sede, il professor Sergio Moccaldi, che, dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha accennato in breve al ruolo centrale che l’agricoltura occupa nella cultura, nella società e nel futuro dell’umanità. Centrale è anche il ruolo della figura professionale dell’agrotecnico, che supporta, affianca e istruisce gli operatori del settore. Oggi più che mai, con la crisi pandemica e la guerra alle porte, di fronte il fallimento delle politiche industriali e del settore del manifatturiero è indispensabile motivare i giovani ad un ritorno all’agricoltura.
“L’agrotecnico è anche un consulente che si occupa di produzione, contabilità, contributi, finanziamenti e commercializzazione del prodotto – ha spiegato Giglio – è una figura indispensabile per le aziende agrarie, che operano in un mercato sempre più complesso”. Inoltre ha spiegato agli studenti qual è l’iter per diventare agrotecnico e quali sono i requisiti necessari per accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione alla libera professione.
Il seminario si è concluso con l’intervento del dottor Rosario La Manna il quale ha sottolineato che “il conflitto in Ucraina ha ben evidenziato la vulnerabilità dell’Unione europea, sia sotto il profilo delle importazioni di materie prime che per quanto concerne la partita energetica. Tale fragilità dimostra quanto sia urgente e irrimandabile una profonda trasformazione dell’intera filiera agroalimentare, tenendo conto in ogni azione della necessità di un supporto concreto e immediato agli agricoltori. Promuovere modelli produttivi e di consumo più resilienti e soprattutto più sostenibili è l’unica alternativa che abbiamo a disposizione. Pensare di risolvere l’attuale crisi puntando sugli stessi sistemi produttivi e modelli di consumo che ci hanno condotto in questa situazione sarebbe profondamente sbagliato. Di sicuro non è scommettendo su una produzione nemica dell’ambiente che si risolveranno i problemi del presente, come non lo si farà continuando a investire nelle risorse fossili in ambito energetico.”
I diplomati devono essere iscritti nel Registro dei praticanti e avere svolto per almeno 18 mesi la pratica professionale presso lo studio tecnico di un agrotecnico, di un perito agrario o di un agronomo. In alternativa ai 18 mesi di pratica è possibile svolgere per almeno tre anni l’attività tecnica subordinata con IFTS di quattro semestri, perché coerente con le attività libero-professionali di agrotecnico. Per i laureati, invece, è necessario essere in possesso di una delle otto classi di laurea idonee per l’accesso all’Albo.