Con la morte di “Baffo” Sala Consilina perde l’ultimo “simbolo” per chi vissuto la sua età adolescenziale tra gli anni ottanta e novanta. La notizia della scomparsa del “gelataio” per antonomasia ha risvegliato in me tantissimi ricordi degli anni della mia adolescenza e ho pensato, mi scuso con chi non è di Sala Consilina o non ha vissuto la vita salese in quegli anni, di metterli nero su bianco per far fare una rispolverata ai cassetti della memoria di quegli anni a chi è più o meno mio coetaneo.
“Baffo” richiama alla mente la “Lira”, quando nel periodo compreso tra metà degli anni 80 e quella degli anni 90 ad un adolescente bastavano tra le 1000 e le 2000 lire per divertirsi. Quel pezzo di carta dove inizialmente era raffigurato Giuseppe Verdi, poi sostituito da Marco Polo valeva un “tesoro” nelle mani di un ragazzino e gli permetteva di fare un bel po’ di cose.
Per il gelato le alternative erano 3: “Baffo” oppure il bar di Carminuccio Giordano e Liliana Avallone che si trovava in piazza Umberto I dove ora si trovano gli uffici dell’INPS, specialità della “casa” erano in particolar modo i gusti alla nocciola e al cioccolato. Da Carminuccio era anche possibile giocare la schedina del Totocalcio. La terza alternativa per il gelato era sempre in piazza Umberto I al bar da Antonio che si trovava sul lato opposto. Chi invece preferiva il gelato confezionato sempre in piazza poteva andare da Michele Pernetti. Adesso nel locale dove aveva il suo negozio si vendono oggetti per la casa. Michele poi era il “punto vendita” preferito dai ragazzi per l’acquisto di botti nel periodo natalizio. Quelli più gettonati erano soprattutto i “trunieddi” e i “fiorellini”. Michele poi era anche un maestro nello spiegare in che modo utilizzarli per evitare di farsi male. Per i botti c’era poi anche “Zi Rosina” che aveva il suo negozio lungo la salita Grammatico. Più che un negozio era un bazar dove era possibile trovare le cose più impensabili. Spesa quindi una parte della 1000 lire per il gelato si passava allo svago e anche qui c’era l’imbarazzo della scelta.
C’era Amodio lungo via De Petrinis (Ciampa di cavallo) dove si trovavano i videogiochi più economici, per una partita bastavano 100 lire. Invece per i videogiochi più moderni, una partita costava 200 lire, si andava al “partito” e qui bisognava scegliere se andare dai Comunisti o dai Socialisti. Infatti nel vicolo Giannone c’era il circolo del PCI gestito da Pasquale Pastore e a 5 metri di distanza quello del PSI gestito da Pasquale Melillo e sua moglie Antonietta, anzi, Ndunetta. Oltre ai videogiochi era possibile anche giocare a carambola (il gettone per la partita si acquistava dividendo la spesa tra i 4 giocatori) e da Pasquale (anzi Pashcale con la sc di sci), c’era anche il biliardo, questo però era ad uso di pochi. Pasquale poi ha trasferito la sua attività in via Roma e la gestione è stata presa da Alfredo. I due circoli di partito erano anche il posto migliore dove andare quando si faceva “filone” a scuola perché si trovavano in una zona lontana dalla vista di eventuali professori e/o genitori di passaggio.
Dopo il gelato e una partita ai videogiochi c’era poi chi voleva mettere qualcosa sotto i denti e quale miglior posto se non la rosticceria di “Zi Ndonio” a ciampa di cavallo. Con poche centinaia di lire si poteva prendere una pizzetta, un calzone fritto oppure un cannolo fritto ripieno di crema pasticcera. Ricordo ancora quando dopo averti dato quello che avevi scelto da mangiare scherzosamente diceva “Tè strafocati bello a zi zio”.
Per chi invece preferiva spendere 500 Lire per un bel panino, anzi per dirla alla salese “na mbosta” c’era sui giardinetti (piazzetta Garibaldi) la salumeria di Gennarino (Gennaro Apicella) e sua moglie Rosa oppure tra piazza Umberto I e via Roma la salumeria di Aurelio Mandara ed infine Modestino all’incrocio tra via Matteotti, via Giocatori e la discesa Garibaldi.
Per giocare a calcio a costo zero c’erano poi tre “impianti”: la “ferriata”, ossia lo spazio che si trova sopra il bar Marco Polo in Piazza Umberto I, dove però bisognava andare con almeno un paio di palloni Super Santos perchè almeno uno prima o poi sarebbe stato sequestrato da un vigile urbano. il cortile delle scuole medie dove però per accedere bisognava aver fatto un corso di “scavalcamento” del cancello e poi le “terre rosse” dove addirittura si poteva scegliere tra il campo in terra “battuta” o quello in “cemento”
Un altro “sport” era quello delle figurine ed in particolar modo dei “giocatori” che venivano comprati all’edicola da Mimì Lavista. Per incrementare la raccolta a parte il classico scambio c’erano poi due giochi: “lu scisci” che era frutto della “fusione” di 2 elementi: lo stucco per i vetri e un coperchio del barattolo di caffè da 500 grammi fregato a casa. Il gioco consisteva nell’abbattere le figurine con il “scisci” facendolo scivolare su dei gradini. Il campo di di gioco preferito, una sorta di “Bernabeu”, era la scalinata che si trova in piazza Umberto I al lato del monumento dei caduti. L’altro gioco era invece lo “scuoppo” che consisteva nel far girare le figurine con lo spostamento d’aria provato dalla mano sbattuta sul pavimento. E sempre a proposito di “edicole” c’era quella “ambulante” specializzata in fumetti e fotoromanzi anche di 10 anni prima che allestiva “Tata Sceppo” in piazza o davanti all’attuale filiale della BCC di Sassano in via Matteotti.
Tutte queste persone purtroppo oggi non ci sono più e a loro va il mio grazie e credo anche quello di tutti gli adolescenti di quegli anni perché sono stati dei punti di ritrovo dove sono cresciuti centinaia di ragazzi in un periodo nel quale, grazie all’assenza di smartphone, facebook e affini, i rapporti umani erano più frequenti e forse anche più sinceri.
– Erminio Cioffi –
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Bravo Erminio Cioffi : ha pienamente ragione. Prima con poco ci si divertiva tanto, c’era più modestia e si stava più insieme in quanto le relazioni umane erano più autentiche e sincere, al contrario di oggi dove predominano superbia, strumentalizzazioni e fittizie amicizie. Forse quei tempi non ritorneranno più, ma non si potrà mai sapere nel divenire delle cose…
Bellissimi ricordi!!!! Condivido in pieno ché era meglio “prima” con la lira tra tutte queste belle persone e senza questi Smartphone!!!! Tempi che non ritornano….
Da teggianese rimpiango anche io il Grande BAFFO pensa che mia figlia più che per il gelato voleva vedere il suo BAFFO!!!
E ZI NDONIO CU LI CAUZUNI FRITTI NESSUNO LI SA FARE PIU COSI BUONI!!!
UN SALUTO A LI SALISI RI NA VOTA. …….
Grazie Erminio con il tuo racconto mi hai regalato un viaggio indietro nel tempo ma soprattutto nello spazio visto che ho vissuto la mia infanzia a Sala per poi emigrare al nord. I ricordi del mio sud, della mia Sala sono proprio quelli che hai descritto nella tua breve storia. Di tanto in tanto scendo, ma con dispiacere noto che col tempo tante cose son cambiate e quasi non la riconosco, non riconosco più la gente e la cordialità di una volta…
Ti ringrazio caro Erminio, ti ringrazio per I bei ricordi che hai fatto “scoppiare” con il tuo scritto; sono lontano, sono al Nord e purtroppo gia’ solo senza la mia cara Annamaria che gia diversi anni fa mi ha lasciato per sempre, li a Padula “covo della nostra vita” e pertanto Sala Consilina “culla della nostra gioventu”. Ciao
Grazie Erminio con questo articolo hai colto in pieno le emozioni di noi tutti anni 80/90 facendoci fare un tuffo nel passaro
e a pensare che oggi la maggior parte di noi è genitore della nuova generazione
Fra trent’anni i nostri figli “posteranno” i medesimi commenti (forse si comunicherà con la forza del pensiero, ma la malinconia sarà la stessa).
Chi non vorrebbe tornare a quell’età !! Cataldo farebbe carte false (e pure io).
Ermì, grazie
Bravo Erminio ripercorrendo passo dopo passo i ricordi della nostra adolescenza devo dire che non me ne sono perso uno, hai solo dimentico il campo di calcio di don donato per le partite importanti quelle che duravano 12 ore senza intervallo e con il mitico Chilino in porta. È doveroso in questo post ricordare il mitico gelataio Baffo l’ultimo simbolo della nostra adolescenza.
un grande abbraccio al figlio Pierpaolo a cui insieme alla sua famiglia vanno le più sentite condoglianze mi dispiace di non aver partecipato ai funerali x motivi familiari mi trovo fuori spero caro Pierpaolo di vederti presto x darti un abbraccio rinnovo le più sentite condoglianze. Michele Setaro
Per noi che abitavamo a Santustasio scendere giu’ in Piazza era come andare in un altro Paese ,si scendeva in piazza solo per andare al Cinema Primula o Adriano
che si trovavano tutti e due a via roma
io mi ricordo pure quante ..scumate ru sangu…a lu quartiere….dove ancora non c’era l asfalto. .
I ricordi affiorano nella mia mente, cinque anni passati in quei luoghi, con gli amici e i compagni di scuola, bravo Erminio nel ricordare le persone che probabilmente suscitano in noi la spensieratezza, la gioventù e gli anni in cui ci si accontentava di poco, comunque mi associo alle vostre condoglianze alla famiglia del BAFFO, un saluto da Carmine dalle Marche……
Un ricordo di baffo, di quando eravamo giovani immigrati a Nichelino (TO) e le domeniche pomeriggio passate al dancing Le Grillon, e la nostra comune passione per i colori granata del Toro. Un abbraccio Baffo e Alé Toro
Mi hai fatto semplicemente emozionare. Bravo Erminio
Hai dimenticato mio padre Stefano, maestro di mboste e panini alla mortadella, ma comunque hai suscitato in tutti noi dei bellissimi ricordi adolescenziali, grazie a tutti deceduti e non….
Azzzzz.e vero …Stefano e Ndonio…cu u seiciento familiare bianco e azzurro. .chi mboste. .mamma mia..prima sotto a i torrioni e poi all incrocio tra ciamba ri cavallo e vua de petrinis…
Ahhh giusto per dire…di gelati c’era anche la4 opzione:BOTTONE…miezz a chiazza ..diventato poi Marco polo
Grazie Erminio, mi hai fatto emozionare e rivive tutta la mia adolescenza ……..