Il TAR di Salerno ha ritenuto illegittimo l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva della gara di appalto per la seconda fase di interventi nell’ambito dei lavori di scavo archeologico, restauro e allestimento per la realizzazione del parco archeologico di Monte Pruno e ha condannato il Comune di Roscigno al pagamento di 20.530 euro a favore dell’Associazione Temporanea di Imprese, guidata dalla Cooperativa Archeologia, quale risarcimento del danno da mancato utile d’impresa. Somma che corrisponde al 4% dell’importo contrattuale. I giudici amministrativi hanno condannato il Comune al pagamento delle spese processuali per un importo di 2000 euro ed alla restituzione del contributo unificato versato nella misura di 4000 euro.
Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pino Palmieri ha dato mandato ad un legale di fiducia affinchè presenti ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. La vicenda risale al 2015 quando la stazione appaltante del Comune di Roscigno, dopo l’aggiudicazione definitiva della gara di appalto, in seguito ad un verifica relativa ai carichi pendenti del legale rappresentante della Cooperativa capogruppo dell’ATI, nello specifico era emersa una condanna per omicidio colposo, aveva deciso di annullare l’aggiudicazione ravvisando l’esistenza di una delle ipotesi espulsive previste dal Decreto Legislativo 163 del 2006. I lavori sono stati così assegnati alla ditta che si era classificata seconda che, nel frattempo, li ha anche portati a termine. Il TAR ha ritenuto fondato il ricorso presentato dalla Cooperativa esclusa e, poiché i lavori erano già stati realizzati ha condannato il Comune al risarcimento del mancato utile che l’impresa avrebbe percepito qualora avesse effettuato i lavori.
“Sono basito per la decisione adottata dal TAR – ha dichiarato il sindaco Palmieri – perché noi abbiamo fatto semplicemente rispettare la legge. Ora confidiamo nell’esito dell’appello perché riteniamo assolutamente ingiusto dover pagare un risarcimento danni di 20mila euro quando da parte nostra non c’è stata alcuna violazione di legge”.
– Erminio Cioffi –