Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Battipaglia su disposizione della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno hanno dato esecuzione ad 11 ordinanze di custodia cautelare di cui 9 di collocamento in comunità e 2 di permanenza in casa, nei confronti di 11 minorenni, la maggioranza dei quali residenti nella zona dei comuni Picentini, ritenuti dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni tutti gravemente indiziati dei delitti di rissa aggravata ed alcuni di lesioni gravi ai danni di uno dei partecipanti.
In particolare, dalle indagini è emerso che la sera del 22 aprile scorso a Giffoni Sei Casali, circa 17 giovani, la maggioranza dei quali minorenni, in modo preordinato e premeditato si sono dati appuntamento in un luogo concordato proprio al fine di scatenare con efferata violenza uno scontro fisico aggravato anche dall’uso di armi tra cui bastoni, roncole ed altro. Un bastone è stato sequestrato, quello utilizzato per colpire con violenza uno dei ragazzi, che a seguito di accertamenti medico-legali è risultato riportare un indebolimento permanente del cervello. La maggior parte dei giovani coinvolti nella vicenda è riuscita a dileguarsi all’arrivo dei Carabinieri di Pontecagnano intervenuti sul posto.
Solo grazie alla meticolosa attività investigativa, sia di tipo tradizionale che di tipo tecnico, svolta in particolare dall’Arma territoriale e sviluppata in modo altamente professionale dalla sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, si è giunti all’identificazione dei componenti dei due gruppi contrapposti che hanno, con tali condotte, turbato gravemente la serenità del piccolo centro di Giffoni Sei Casali.
La vicenda si inquadra nel più vasto e complesso fenomeno della sempre più crescente violenza che caratterizza l’interazione tra gruppi di giovanissimi. Molto spesso, come verificato in più circostanze negli ultimi mesi, il pretesto per dare sfogo ad odio e violenza prende spunto da futili motivi legati, come in questo caso, a presunte rivalità amorose, mentre in realtà è emerso, dalle indagini svolte, che tali fenomeni di violenza si scatenano seguendo logiche di predominio su un territorio da parte di un gruppo sull’altro.
Il fenomeno appare di eccezionale pericolosità anche perché, come emerso nella vicenda, scatena propositi di vendetta e reazioni a catena tramutando l’iniziale contrapposizione in una faida perenne tra gruppi avversi connotata da odio e prevaricazione. Per tale ragione la Procura sta profondendo il massimo impegno per contrastare questo fenomeno di violenza giovanile sempre più diffuso e sempre più pericoloso.