È stato risolto, grazie all’attività d’indagine delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico riversatisi sin dalla settimana scorsa in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi preso l’Isola di Ischia, sul litorale campano, soprattutto nei pressi di Capaccio Paestum, e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio.
Si è notato nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri, spiega la Guardia Costiera, e dalle ulteriori verifiche svolte presso il depuratore sospetto si è potuto accertare la fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.
Mentre prosegue l’attività di accertamento, le informazioni acquisite sono state comunicate alla competente Autorità Giudiziaria di Salerno che ha assunto il coordinamento delle indagini, delegandole alla Capitaneria di porto di Salerno.
Una volta assodata la natura dei “filtri a biomassa adesa” utilizzati per la depurazione delle acque reflue, gli accertamenti dei militari della Guardia Costiera si sono orientati verso la conferma della principale ipotesi investigativa, ovvero che “tali materiali fossero stati rilasciati da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d’acqua in esso sfocianti“.
“L’Amministrazione comunale di Capaccio Paestum ha fatto diversi ordini di servizio e contestazioni all’impresa esecutrice dei lavori, presso l’impianto di Varolato – ha dichiarato il sindaco Franco Palumbo – per come stava eseguendo l’ultimazione degli interventi fino a rilevare che quello che doveva essere un progetto ‘migliorativo’, ossia l’installazione dei famigerati dischetti, ha paradossalmente prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, ci sono delle responsabilità che competerà, eventualmente, alla Magistratura accertare, anche in considerazione delle dettagliate relazioni che la nostra Amministrazione ha tempestivamente depositato“.
– Paola Federico –
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