Il Coordinamento dei Garanti regionali dell’infanzia e dell’adolescenza ha inviato una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro dell’Istruzione e al Presidente nazionale Anci riguardo all’esigenza di linee guida nazionali che tengano conto dei bisogni e delle peculiarità delle differenti età e dei diversi cicli di studio, delle diverse caratteristiche e risorse territoriali e regionali, promuovendo sinergie tra gli organi scolastici e gli enti locali per la valorizzazione e l’efficientamento degli spazi pubblici esistenti aperti e chiusi, ripensando per il futuro le logiche di edilizia scolastica.
Sono queste alcune delle richieste avanzate dal Coordinamento. “Come Garanti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delle Regioni e delle Province Autonome – dicono – avvertiamo l’esigenza, in questo delicato momento di ‘ricostruzione’ successivo alla lunga fase emergenziale del Covid-19, di richiamare l’attenzione del Governo sul tema della ripartenza dell’attività scolastica e sul benessere complessivo dei bambini e degli adolescenti. È del tutto evidente che in questa fase è in atto lo sforzo, condiviso da tutti gli attori istituzionali, di bilanciare il perseguimento della tutela del diritto alla salute delle persone di minore età con i diritti alla socializzazione, all’istruzione, al gioco, tutelati dalla nostra Carta Costituzionale e dalla Convenzione di New York”.
I Garanti ritengono necessario ripartire da una visione unitaria dell’infanzia e dell’adolescenza che riconnetta la dimensione della scuola e dell’istruzione con quella della famiglia, del lavoro e delle comunità locali, dell’ambiente e degli spazi aperti. “La scuola – continuano – contribuisce in maniera significativa a rafforzare nei bambini e nei ragazzi il senso di appartenenza alla comunità. Sentiamo l’esigenza di ripartire da un piano straordinario per l’infanzia e l’adolescenza che, in maniera organica, tenga conto della necessità di dedicare maggiori risorse finanziarie, umane e strumentali al mondo scolastico e agli enti locali attuatori delle politiche per la famiglia per l’infanzia e l’adolescenza”.
Si riscontra, con allarme, la mancanza di indirizzi sugli interventi scolastici e socio-educativi nella fascia 0-3 anni e 4-6 anni. Il documento, frutto di un appassionato confronto, richiama altre questioni nodali da affrontare, come la necessità di riduzione del numero degli alunni per classe, la promozione del lavoro in piccoli gruppi e del team working, l’urgenza di valorizzazione delle sperimentazioni DAD all’interno di un approccio multicanale che continui a prediligere la didattica in presenza, la promozione di nuovi approcci all’integrazione scolastica, la rapidità di maggiori investimenti nell’edilizia scolastica e nella dotazione tecnologica informatica oltre a nuove assunzioni di personale docente e non docente e ad un nuovo impegno per il contrasto alla povertà educativa, la creazione per ogni istituto scolastico di un presidio socio-psico-pedagogico a sostegno degli alunni, delle famiglie e del personale docente e non docente, l’incremento degli stanziamenti economici per promuovere i percorsi formativi di minori con disabilità.
“In ultimo – concludono – evidenziamo la condizione di forte emergenzialità in cui versano le scuole paritarie, in particolar modo quelle dell’infanzia, che rappresentano una componente importante del nostro sistema educativo e formativo e per le quali è necessario prevedere un adeguato sostegno al fine di scongiurare la possibile chiusura. Vi chiediamo di recepire questo nostro contributo istituzionale e di programmare e assicurare al più presto un incontro su temi fondamentali per la ripresa e lo sviluppo del nostro Paese”.
– Chiara Di Miele –