“Un atto aziendale da parte del commissario dell’Azienda Ospedaliera ‘San Carlo’ di Potenza riorganizza i dipartimenti e le strutture per l’ospedale di Villa d’Agri secondo un disegno che non è quello di cui ci hanno sempre parlato il Governatore e l’assessore regionale alla Salute. In sintesi nella struttura ospedaliera valligiana sono confermati solo il Pronto Soccorso-Medicina d’Urgenza, due Unità Internistiche ed una di Neufrologia, e ancora come SSD neurochirugia, ortopedia, SSD immagini, reumotalogia. Siamo di fronte ad una proposta inaccettabile tanto più perché assunta da un commissario“. E’ questo il giudizio dell’Associazione Bene Comune Viggiano contenuto in una nota a firma del presidente Vittorio Prinzi.
L’associazione chiede al Consiglio regionale che, con la ripresa dei lavori dopo la pausa festiva e prima che si chiuda la legislatura, si occupi dell’ospedale di Villa d’Agri perché, a dire dei componenti del sodalizio, il provvedimento merita approfondimenti, verifiche, confronti innanzitutto con il personale sanitario e le comunità locali.
“Non accettiamo la logica ragionieristica alla base del piano di riorganizzazione degli ospedali, – si legge nella nota di Prinzi – vale a dire ridurre, entro il 2020, le strutture complesse degli ospedali della provincia di Potenza a 70 (8 in meno delle attuali) e a 91 (meno 15 delle attuali) le cosiddette strutture semplici. Non è questo il modo di affrontare il delicato problema dell’assistenza ospedaliera sul territorio e tanto meno in relazione alle note e gravi emergenze che riguardano la Val d’Agri riferite all’attività petrolifera e ad alcune specifiche malattie (in particolare oncologiche) in aumento nel comprensorio“.
Dall’Associazione Bene Comune Viggiano viene rifiutata anche la logica che vedrebbe accentrare nel “San Carlo” unità operative e servizi “con il pretesto – si legge – che il servizio di eliambulanza (anche notturno) risolverebbe ogni problema. Non è così perché rifiutiamo la tesi della tutela della salute ‘via cielo’, preferendo di gran lunga quella ‘via terra’ specie in termini di prevenzione e cura sul territorio“.
“C’è chi ha giudicato l’atto di indirizzo Asp come atto di indirizzo a far diventare Villa d’Agri succursale di Lagonegro – concludono – Vogliamo in proposito ricordare cosa ha rappresentato la chiusura del Punto Nascita e gli altri servizi tagliati per ribadire che la comunità valligiana ha già pagato un prezzo altissimo alla politica dei tagli in sanità”.
– Chiara Di Miele –