Un Parco senza burocrazia, che permetta di porre freno all’utilizzo improprio delle aree contigue e che possa diventare un volano per l’economia.
Questa è in sintesi l’idea di Parco che ha Tommaso Pellegrino, Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e che spera possa diventare concreta con la riforma della legge sui Parchi Nazionali, oggetto oggi di discussione a Vallo della Lucania con la presenza di numerosi parlamentari e dell’on. Enrico Borghi relatore della legge di riforma.
- Presidente Pellegrino cosa ne pensa del progetto di riforma che si sta portando avanti?
La riforma era necessaria, nonostante l’attuale legge ha un ottimo impianto di base, ma essendo una legge datata è ovvio che debba essere adeguata ai tempi attuali. Nella riforma c’è un ulteriore elemento in più, quello della tutela delle aree contigue.
- A proposito delle aree contigue, queste spesso vengono utilizzate dalle multinazionali del petrolio per poter realizzare operazioni di perforazione alla ricerca di idrocarburi. Cosa prevede la nuova legge in merito?
Se una multinazionale, o chi per essa, viene a fare in un’area contigua al Parco delle trivellazioni, o delle opere che non sono compatibili con quello che è l’indirizzo di un’area protetta, è giusto che il Parco si possa esprimere anche rispetto a queste situazioni particolari.
- Tra le novità previste dalla riforma ce n’è una che secondo lei avrà un impatto positivo nella gestione dei Parchi e per chi ci vive?
Si, ed è il processo di sburocratizzazione. Oggi non possiamo più pensare che ci siano situazioni che necessitano di pareri sovrapposti di più enti pubblici. Il parere dell’ente primario deve essere unico, non si può pensare di aspettare pareri vari e nel frattempo perdere le occasioni. L’eccessiva burocratizzazione non tutela l’ambiente, noi dobbiamo preservare l’ambiente e il territorio, valorizzarli, ma soprattutto fare in modo che diventino una opportunità per tutti.
– Erminio Cioffi –