Gestione dei rifiuti insufficiente nei comuni delle Aree protette italiane. Un rischio per la conservazione della biodiversità e per il raggiungimento degli obiettivi al 2030. L’impatto delle attività umane sta modificando gli ecosistemi con conseguenze gravi per la salute dell’ambiente e delle specie che lo abitano.
Puntando sull’economia circolare e sulla gestione virtuosa dei rifiuti si contribuisce agli obiettivi su clima e biodiversità al 2030. Una responsabilità che chiama direttamente in causa il ruolo delle Aree protette che per realizzare la transizione ecologica e proteggere la biodiversità, oltre a mantenere efficienti gli ecosistemi e tutelare le specie a rischio, non devono perdere la sfida di accompagnare i territori e le comunità locali verso scelte green e politiche di sviluppo innovative basate sulla qualità ambientale.
I dati elaborati nel report di Legambiente “Parchi Rifiuti Free edizione 2024” fotografano una situazione in forte ritardo rispetto alla gestione dei rifiuti nei comuni all’interno dei Parchi. Un dato fra tutti: la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 Parchi Nazionali è del 59,62%, ben lontana dal 65% previsto dagli obiettivi di legge.
Le esperienze virtuose costituiscono una netta minoranza. Gli effetti collaterali sono inevitabili: una produzione eccessiva di rifiuti in generale e di plastica usa e getta in particolare o un servizio di raccolta differenziata inadeguata possono diventare un fattore di perdita di biodiversità e un rischio per la fauna selvatica oltre a impattare sul turismo, condizionando in negativo il giudizio di chi visita questi luoghi per immergersi in una esperienza green.
La media della raccolta differenziata dei 498 comuni è del 59,62%, con una riduzione dell’1,17% rispetto al 2021. I Comuni Rifiuti Free che rispettano il target di una raccolta del secco residuo pro
capite inferiore a 75 kg/ab/a sono 83 (erano 87 nel 2021).
I Parchi Nazionali che raggiungono una raccolta differenziata media superiore al 65% sono 10: Dolomiti Bellunesi, Appennino Lucano, Pantelleria, Maiella, Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Cinque Terre, Asinara, La Maddalena Val Grande e Alta Murgia.
Rispetto ai dati del 2021 diminuisce del 2,2% la raccolta differenziata nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e, pur restando stabile il numero dei Comuni Ricicloni (64), diminuiscono di tre i Comuni Rifiuti Free. Sono 13 i Parchi che hanno almeno un Comune Rifiuti Free e tra questi è stato segnalato il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con il Comune di Magliano Vetere che ha raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata e la migliore performance nella raccolta di secco pro capite più bassa (88,5%).