L’Unione degli Studenti del Vallo di Diano segnala un bisogno che proviene dalla centralità della scuola per il prossimo rientro in classe di lunedì 1 febbraio. Il tema sul quale i componenti hanno ascoltato ragazzi, ragazze, genitori e scuola è quello dei trasporti. “Ancora una volta – fanno sapere – non possiamo ignorare e tralasciare la mancanza di comprensione e cooperazione con le persone del territorio e i loro bisogni. Abbiamo cercato nella giornata del 29 gennaio di intraprendere contatti diretti telefonicamente con le differenti ditte di trasporto territoriali, le quali nella totalità dei casi, sulla segnalazione che il ritorno in classe sarà al 50% per quantità di studenti e anche per quantità di giorni alternati in presenza, si esentano dalla possibilità di proporre abbonamenti mensili dimezzati o diminuiti in relazione al fatto che i giorni a scuola saranno massimo 15 in un mese. Non è accettabile mettere ancora di più in difficoltà le famiglie che si ritrovano costrette a pagare un abbonamento completo, nonostante la fruizione del servizio fosse già scadente prima della situazione di emergenza sanitaria. Ad oggi è ancora più rischioso, per noi e per le nostre famiglie, non avere certezze riguardo quale sia il servizio che ci verrà offerto al momento del rientro in classe“.
“L’istruzione non può dipendere dai trasporti – continuano – abbiamo bisogno di chiarezza e risposte che ci tutelino in quanto studenti e studentesse e in quanto cittadini e cittadine di un territorio troppo monopolizzato dal privato. È una rivendicazione che dobbiamo portare avanti in quanto primi fruitori di questi servizi e riteniamo inaccettabile che le ditte si siano mostrate completamente non curanti dei bisogni e delle dinamiche scolastiche“.
L’Unione degli Studenti valdianesi chiede “un adattamento delle norme igienico-sanitarie adeguate alla situazione, al fine di raggiungere gli edifici scolastici almeno in modo sicuro, e soprattutto una maggiore disponibilità nell’adattarsi alle esigenze“.
“Siamo vittime dell’indifferenza – concludono – consapevoli del fatto che sia stata, ancora una volta, la scuola a pagare i danni di un sistema speculativo. Questo deve essere un primo passo per una rivendicazione ancora più ampia, per la risoluzione di un problema che ormai da decenni caratterizza il nostro territorio“.
– Chiara Di Miele –