“Aderiamo e condividiamo l’appello lanciato contro lo scempio che si sta consumando nel Cilento all’ombra della Torre di Velia, tra il mare cristallino di Ascea e la necropoli di Elea, per la realizzazione di un progetto di riqualificazione che prevede di trasformare un complesso religioso”.
Lo affermano in una nota i senatori Sandro Ruotolo e Loredana De Petris che annunciano: “Ne chiederemo conto in una interrogazione urgente ai Ministri della cultura e della transizione ecologica invitandoli a verificare come è potuto accadere che il Comune di Ascea, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno su richiesta della Diocesi di Vallo della Lucania abbiano concesso tutte le autorizzazioni”.
“Già sembra stupefacente che negli anni ’60 ne sia stata autorizzata la costruzione per volontà del Vescovo Biagio D’Agostino, in un enorme resort turistico con 149 camere, un parco giochi, una piscina, un campo di calcetto e un campo da paddle – aggiungono – La fitta schiera di pini marittimi che ‘nascondevano’ la vecchia struttura sono stati abbattuti e adesso il mostro di cemento visto non solo dalla costa rappresenta in modo evidente un vero oltraggio alla bellezza e all’equilibrio di quei luoghi che ricadono anche in un’area vincolata dal Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni e in una zona dichiarata a rischio erosione. Ciò avviene in un fazzoletto di terra dove Parmenide e Zenone fondarono la scuola eleatica”.
I due senatori chiederanno ai responsabili dei dicasteri il rispetto della Legge Velia nata nel 2005 con la quale si vieta di realizzare qualsiasi opera edilizia per assicurare un adeguato decoro dell’area che circonda il parco archeologico.