30 anni e ha già conquistato due ori alle competizioni mondiali e altri due a quelle europee. A livello individuale, invece, vanta un bronzo europeo, conquistato a Plovdiv 2023. Da ultimo il risultato ottenuto a Basilea, quando assieme alla sua squadra è salita sul gradino più alto del podio.
Viene da Potenza, ma ormai è peregrina del mondo. Stiamo parlando di Francesca Palumbo, una campionessa di fioretto femminile che agli Europei di scherma di Basilea ha conquistato l’undicesima medaglia per l’Italia insieme al quartetto formato da Arianna Errigo, Martina Favaretto e Alice Volpi. La squadra parteciperà alle Olimpiadi di Parigi in previsione dal prossimo luglio.
Tra un allenamento e l’altro, Francesca Palumbo ci ha concesso gentilmente un’intervista che mira a conoscere gli aspetti umani che si celano dietro alla campionessa, dunque le direttrici che l’hanno portata a salire più volte sul podio. Palumbo, tra l’altro, ha intrapreso la carriera militare entrando a far parte dell’Aeronautica.
- Come ci si sente dopo una vittoria così importante, la medaglia d’oro a Basilea?
Vincere non è mai scontato anche se, ormai, dal fioretto femminile ci si aspetta sempre questo risultato. Per noi atlete, che quotidianamente lottiamo, lavoriamo, ci confrontiamo con gli avversari e con i nostri limiti, è una gioia immensa e una bella iniezione di fiducia.
- In questi anni di sacrifici ha mai pensato di smettere di lottare per raggiungere i suoi obiettivi? Se sì, cosa le ha impedito di mollare tutto?
Mai! Ci sono stati momenti difficilissimi, pesanti e dai quali sembrava davvero difficile tirarsi fuori; ma se c’è un aspetto che mi caratterizza è proprio il non mollare mai. In questi lunghi anni di attività ho imparato che è proprio dai momenti più bui che provengono i cambiamenti e le crescite più profondi e radicati. Il mio modo di essere atleta e donna è resilienza, è continuare a lottare e lavorare per ottenere ciò che desidero.
- Finora è salita diverse volte sul podio. Qual è la ricetta per il suo successo? Segue una dieta particolare?
Per quanto riguarda l’alimentazione seguo un sano regime alimentare, ma non diete restrittive. Mi alimento nella quantità e nella qualità corrette per poter recuperare e reintegrare al meglio dopo gli sforzi ma non mi privo di nulla; del resto questa è una delle parti belle dell’allenarsi così tanto.
- Prima di entrare in gara esegue qualche rito scaramantico e/o si ripete delle frasi di incoraggiamento?
Non sono scaramantica ma in gara ho le mie routine che mi permettono di focalizzarmi e trovare la giusta concentrazione, il giusto assetto da gara. Il lavoro mentale insieme a quello fisico e tecnico è fondamentale una volta arrivati a questo livello.
- Come mai ha scelto proprio tirare di scherma tra le tante possibili discipline sportive?
Come le scoperte più rivoluzionarie e sconvolgenti ho iniziato a praticare scherma per caso e per gioco insieme ad un gruppetto di amici a 8 anni. Da allora non me ne sono più separata!
- Da un punto di vista umano, nella quotidianità, cosa le ha insegnato praticare questo sport?
La scherma è un po’ una palestra di vita. Come accennavo prima, forse l’attitudine più preziosa che la scherma mi ha permesso di coltivare è proprio quella di non mollare mai. Il sapere che tutte le cose più belle e speciali te le devi guadagnare, un po’ sudare. Perché è proprio quel sudore, quell’impegno, quel tempo dedicato che le renderà cosi speciali e preziose. Ho imparato che se si ha il coraggio di affrontare le difficoltà, le paure, le insicurezze, di abbracciare la propria oscurità e di continuare a lottare per ciò che riteniamo prezioso, allora potremo scoprire l’immensa ricchezza che risiede in ognuno di noi, a prescindere dai risultati conseguiti. Ho scoperto che alle delusioni più grandi si sopravvive e che proprio esse, così vituperate e odiate da tutti, sono in realtà una grandissima opportunità per noi: per crescere, per conoscerci, per cambiare, per essere qualcosa di migliore ogni giorno di più.
- Torna mai a Potenza? Qual è il suo legame con la città?
Purtroppo, visti i numerosissimi impegni con la Nazionale in giro per il mondo, ho poco tempo per tornare a casa e godermi famiglia e amici. Cerco di farlo ogni volta che posso perché per me è un momento davvero speciale nel quale mi ricarico e ritrovo connessione con la mia natura profonda.
- Olimpiadi di Parigi: porterà con sé un portafortuna?
Mi raggiungeranno famiglia e gli amici più speciali, non credo di aver bisogno di altro. Loro penseranno a proteggermi e portarmi fortuna.
- C’è qualcuno a cui vuole dedicare il risultato degli Europei?
Vorrei dedicarlo in primis a me, per tutto il lavoro fatto per arrivare lì e poi lo dedico a tutte le persone che mi hanno aiutata e sostenuta, dal mio staff al mio compagno, alla mia famiglia, agli amici più cari. Nessuno può farcela da solo e quindi a tutti loro va il mio più profondo grazie.