“Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. Dopo sette anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni. La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l’Italia, ma non basta. Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l’Italia e per la nostra Europa”.
Così questa mattina Matteo Renzi, ex leader del Partito democratico, ha annunciato la sua separazione dai dem per dar vita ad una nuova compagine politica. Renzi, nonostante la scissione, ieri sera ha assicurato il supporto dei suoi all’attuale Governo M5S-Pd nel corso di una telefonata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nel Vallo di Diano ci si chiede, dunque, cosa farà l’amministratore da sempre più vicino al politico fiorentino, legato a lui da una solida amicizia costruita negli anni. Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano e Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è da tutti stato riconosciuto come il “renziano della prima ora” e mai, neanche nei momenti in cui il consenso sembrava farsi fragile, si è distaccato dalla corrente che l’ex segretario dem portava dietro di sé.
“Oggi Renzi fa una scelta di coraggio creando un soggetto che manca, moderato, centrale, liberista che rafforza anche il centrosinistra- spiega Pellegrino ad Ondanews – La coerenza è un principio che la mia famiglia mi ha insegnato, ho creduto in Renzi perché rappresenta la politica che guarda alle nuove generazioni, perché in due anni di Governo ha fatto sì che l’Italia ritornasse ad essere protagonista internazionale. Ha sempre dimostrato di guardare al futuro, apre realmente ai giovani, è capace di guardare avanti e non nostalgicamente al passato. Se ho condiviso fin dall’inizio il suo percorso perché non dovrei farlo anche oggi?”.
Per Pellegrino “lasciare il Pd è comunque motivo di sofferenza dopo aver dato l’anima, ma non bisogna aver paura di guardare avanti”.
Alla domanda “In cosa ha fallito il Pd?” il Presidente del Parco risponde deciso:”Gli scontri continui non piacciono agli italiani. Lo stesso Renzi era diventato il bersaglio e l’alibi del partito. Ma l’errore è stato anche essere troppo ancorati ad una sinistra del passato, guardando ad un modello proporzionale e non maggioritario”.
Pellegrino guarda già al futuro del nuovo partito di Renzi proiettato sul territorio provinciale. “Abbiamo giovani amministratori e professionisti, – afferma – un associazionismo valido che possono usufruire di un modello politico che guarda al futuro. Dobbiamo superare lo schema del partito classico con i soliti nomi. Chi oggi ha ancora voglia di fare politica, di dare qualcosa al Paese, chi crede alla politica come momento formativo e capace di innovare, oggi ha una Casa alla quale può aderire. Con Renzi ed esponenti come Maria Elena Boschi si puó costruire qualcosa di più innovativo“.
– Chiara Di Miele –