La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il sesto quesito del referendum sulle trivelle, quello cioè riguardante la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate.
I quesiti proposti da 9 Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) erano in tutto proprio 6 e la Corte di Cassazione li aveva già accolti tutti. In seguito il Governo ha introdotto una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno messo mano alla materia, ribadendo il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. La Cassazione ha quindi valutato nuovamente i quesiti e ha ritenuto ammissibile soltanto il sesto. Oggi si è pronunciata nello stesso senso la Corte Costituzionale.
Il quesito ammesso è l’unico del quale l’Ufficio Centrale per il Referendum ha affermato la legittimità sulla base della legge di stabilità 2016. Nella nuova formulazione il referendum si incentra sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio.
“È un’altra vittoria delle Regioni, degli enti locali a difesa dei principi costituzionali e dei diritti dei cittadini, della leale collaborazione tra istituzioni delle Repubblica. – ha detto Pietro Lacorazza, presidente del Consiglio regionale della Basilicata – Non c’è uno Stato centrale che ama l’Italia e un territorio che la odia. L’interesse strategico di un Paese, con lealtà e trasparenza lo si costituisce insieme“.
– redazione –