“È una delle eredità più vergognose che riceviamo dalla gestione sanitaria degli anni passati e di cui dobbiamo rapidamente liberarci“.
Li definisce così Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, i dati dell’ultimo Cedap (Certificato di assistenza al parto) presentato a fine anno dal Ministero della Salute. Dai numeri del documento che analizza, anno per anno, i dati rilevati a cura dell’Ufficio di Statistica sull’evento nascita in Italia, emerge con forza il record di parti cesarei nella nostra regione.
“Apprendo dagli organi di informazione che le dieci peggiori realtà ospedaliere d’Italia in relazione alla percentuale di parti cesarei sono in Campania. – dichiara il Governatore dopo aver letto i dati – A fronte di ospedali che in Lombardia hanno il 5% di parti cesarei, in Campania abbiamo realtà nelle quali la proporzione è invertita (90% di parti cesarei)“.
Nel grafico del Cedap relativo alla distribuzione regionale della percentuale dei parti cesarei sul totale dei parti, la Campania spicca per essere giunta, unica in vetta, al 60%, seguita da Molise e Sicilia. 53.340 sono stati i tagli cesarei campani nell’anno 2013 (60,5% da madre italiana e 45,2% da madre straniera). Il 49,6% di questa tipologia di parto è stato praticato nelle strutture ospedaliere pubbliche della regione, l’84,6% nelle case di cura private e il 71,2% in quelle private accreditate.
Nonostante tra una regione e l’altra ci siano delle notevoli differenze numeriche il Cedap sottolinea come in Italia vi sia un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica e come, ovunque, si noti un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate.
Proprio non ci sta De Luca a detenere questo scomodo primato e, attraverso l’hashtag #LaCampaniaRiparte, annuncia:”Siamo al lavoro“.
– Chiara Di Miele –