Nel 2022 c’è stata una significativa ripresa delle attività negli ospedali con un aumento dei ricoveri rispetto al 2021 (più 328mila), in particolare di quelli programmati e diurni, che si riavvicinano ai volumi registrati prima della pandemia, sebbene persista una riduzione del 10% rispetto al 2019 (circa 890mila ricoveri in meno).
Lo evidenzia il Pne -Programma nazionale esiti curato dall’Agenzia nazionale dei servizi sanitari e presentato (Agenas) oggi a Roma. I dati dell’edizione 2023 fanno riferimento all’attività assistenziale erogata nell’anno 2022 da circa 1.400 ospedali pubblici e privati.
Il Piano nazionale è un osservatorio sull’assistenza ospedaliera in Italia. Tra i primi 18 ospedali in Italia per l’area cardiovascolare spicca anche il “Ruggi d’Aragona” di Salerno con un “livello di qualità alto”. Al vertice della classifica nel 2022, secondo i dati del Pne, c’è l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, l’unica struttura ad aver raggiunto un “livello di qualità molto alto”.
L’area cardiovascolare è valutata complessivamente attraverso 6 indicatori:
– Infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni
– STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 90 minuti dall’accesso nella struttura di ricovero/service
– Scompenso cardiaco congestizio, mortalità a 30 giorni
– Bypass aorto-coronarico isolato, mortalità a 30 giorni
– Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache, mortalità a 30 giorni
– Riparazione di aneurisma non rotto dell’aorta addominale, mortalità a 30 giorni
L’ospedale salernitano spicca poi tra le 11 strutture italiane con 200 o più interventi per bypass coronarico. Nel 2022 sono stati 308 rispetto ai 297 del 2019.
È applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni. Laddove la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è valutato come di qualità molto bassa indipendentemente dall’esito. Per il “Ruggi”, tra le strutture con 360 interventi nel biennio 2021-2022, la mortalità a 30 giorni dall’intervento di bypass è dello 0,79%.
Secondo il rapporto, poi, riguardo al tumore alla mammella in Italia sono in aumento i ricoveri rispetto alla significativa riduzione registrata nel 2020. Sono 156 le unità operative con volume di attività uguale o superiore a 150 interventi all’anno. L’Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” di Napoli spicca in Campania ed ha un “livello molto alto” : è tra le 32 strutture in Italia per area oncologica.
Per quanto riguarda poi la concentrazione dei parti, a fronte di una leggera riduzione dei punti nascita (da 442 nel 2021 a 434 nel 2022), circa un terzo di questi non ha raggiunto la soglia minima dei 500 parti all’anno (per un valore corrispondente di casistica pari al 6,7%) mentre solo 140 punti nascita si sono posizionati oltre la soglia dei 1.000 parti all’anno (pari al 63% del volume totale su base nazionale). Inoltre dopo un trend in discesa risalgono i parti con taglio cesareo primario: in particolare, secondo il rapporto di Agenas, si osserva un minore ricorso al taglio cesareo nei punti nascita pubblici sopra i 1.000 parti all’anno, e una maggiore propensione a questa pratica chirurgica da parte delle strutture private. Nelle regioni meridionali nel 2022 si sono registrati valori in media superiori al dato nazionale. Da segnalare la presenza di strutture che superano il 40% dei cesarei in Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia e Lazio.
In 9 regioni nessuna struttura per l’area gravidanza raggiunge un “livello di qualità molto alto”: Valle d’Aosta, Liguria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.