Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio
E’ quello che ha fatto il/la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, attaccando ultimamente il quotidiano La Repubblica, dopo aver screditato volta a volta trasmissioni Tv e siti Internet, notiziari e organi di informazione (Piazza Pulita, Otto e Mezzo, Dagospia, Report ecc.). L’accusa è sempre uguale: complotto contro il suo governo.
La colpa di La Repubblica la riconduce ai proprietari del giornale, colpevoli probabilmente di non aver fatto il salto sul carro del vincitore delle elezioni politiche 2022. Eppure la Meloni, come anche i suoi ministri, ha prestato giuramento di essere fedele alla Repubblica italiana e di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione. Allora avrà forse dimenticato che l’art. 21 della Carta costituzionale garantisce e protegge la libertà di informazione e anzi precisa che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Chiaro no? Così l’obbligo che il/la presidente Meloni ha davanti è quello di rispondere con chiarezza alle domande che le vengono poste dalla stampa, riassumibili come appresso:
- Perché a poco più di un anno e mezzo del suo governo i poveri nel nostro Paese hanno superato i sei milioni?
- Perché, visto che manca solo l’Italia, non ha sottoscritto la ratifica del Fondo salva-stati o MES, così rendendo con il solo nostro voto non operativa la riforma per tutti gli altri Stati?
- Perché evita e non riesce a definirsi antifascista?
- Vuole dirci qual è la sua scelta per iniziare e proseguire la crescita economica del nostro Paese?
- Per qual motivo ha respinto il salario minimo quando invece la grande maggioranza degli italiani è schierata a favore?
- Vuole farci capire se e come intende sistemare la complessa piaga del lavoro che preoccupa e affligge i giovani?
- Perché ha ceduto al ricatto della Lega facendo approvare l’Autonomia Differenziata, così indebolendo pure il ruolo del Presidente della Repubblica?
Queste sono le domande a mio parere complicate, certo, ma alle quali la Meloni ha l’obbligo di rispondere, invece di attaccare chi le pone. Sono risposte che stanno a cuore a tutti, a quanti sono stati suoi elettori, ma pure alla maggioranza degli italiani che non l’ha votata. E che, ricordo, sono gli elettori dei partiti di opposizione a cui va aggiunto il 36% di quanti si sono astenuti dal voto.
Lascio fare a chi legge la somma totale, che poi è la vera maggioranza dell’Italia. Il/la premier possiede indubbie capacità politiche e dialettiche cui può attingere per chiarire il quadro delle proprie politiche e fare chiarezza su taluni portamenti di foggia populista, sovranista e autocrazia liberale.
Svariati silenzi e consolidate posizioni a fianco di quelli che avversano i fondamenti delle democrazie portano la Meloni su tracciati politici che esaltano i fedelissimi e premiano i seguaci. Ma è proprio così che si indebolisce l’attendibilità del credo politico personale e di partito.
– Franco Iorio –