E’ stata stilata da “Il Sole 24 Ore” la terza edizione della classifica inerente alla “Qualità della vita” in base a tre indici generazionali, bambini, giovani e anziani, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate.
Le classifiche, pubblicate la prima volta a giugno 2021 come una tappa della storica indagine sui territori italiani più vivibili, misurano le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. Un lavoro sperimentale, che verrà incluso nella classifica di fine anno, ancora limitato dalla carenza di dati territoriali capaci di raccontare queste specificità.
A piazzarsi ai primi posti tutte province del Centro e Nord Italia, infatti nei primi 5 posti per la qualità di vita adatta ai bambini troviamo Siena, Aosta, Ravenna, Firenze e Bologna. Agli ultimi posti Agrigento, Cosenza, Trapani, Reggio Calabria e Crotone.
Per la qualità di vita dei giovani, invece, vediamo trionfare Ravenna, Forlì-Cesena, Ferrara, Piacenza e Grosseto, mentre agli ultimi posti si piazzano Catanzaro, Roma, Napoli, Sud Sardegna e Taranto. Secondo la classifica, invece, gli anziani vivono meglio a Trento, Bolzano, Fermo, Trieste e Sondrio e peggio a Reggio Calabria, Messina, Massa-Carrara, Pistoia e Lucca.
Le province di Salerno e Potenza si classificano rispettivamente per i bambini al 91° e al 93° posto, per i giovani al 95° e all’82° posto e per gli anziani all’87° e 60° posto.
Grandi variazioni nei piazzamenti delle province, rispetto alla passata edizione, possono derivare dai cambiamenti nel panel di indicatori: ne sono stati confermati 26 su 36, dieci sono nuovi. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.
Nell’indice dei bambini, quello che ha subito più modifiche, debuttano la retta media della mensa scolastica, salita del 2,14% l’ultimo anno, che pesa diversamente sul reddito medio dichiarato; la spesa pro capite dei Comuni per interventi e servizi sociali per famiglie e minori; le competenze numeriche e alfabetiche dei ragazzi di terza media, peggiorate in tutte le province italiane post pandemia.
Nella classifica dei giovani, invece, entra – tra gli altri – il trend dei residenti tra 18 e 35 anni, in aumento solo in 23 province su 107, e l’indice di soddisfazione per il proprio lavoro. Infine per misurare il benessere degli anziani, oltre ai posti letto nelle Rsa, è stato introdotto un indice della “solitudine”: l’incidenza dei nuclei unifamiliari composti da persone sole over 65 tocca il record ad Aosta, seguita da Milano (44%) e Roma (42%).
Confronta i parametri della classifica tra varie province QUI.