Nella notte il Presidente della Russia Vladimir Putin ha annunciato l’attacco all’Ucraina spiegando, in un messaggio televisivo, di aver autorizzato “un’operazione speciale nei confronti di asset militari ucraini e basi aeree“ con armi di alta precisione per “smilitarizzare il Paese” e “proteggere il Donbass”.
Le esplosioni ed il suono delle sirene hanno svegliato la popolazione in diverse città tra cui la capitale Kiev, Kramatorsk e Kharkiv. Gli abitanti sono spaventati e cercano in qualche modo di fuggire o mettersi al riparo dagli attacchi missilistici russi.
C’è tanta apprensione anche in Italia da parte delle persone di origini ucraine che abitano qui. Numerosa la comunità ucraina anche nel Vallo di Diano che in queste ore sta vivendo momenti drammatici per quello che stanno subendo i propri familiari nella loro patria. Abbiamo raccolto la testimonianza di Alessia, una donna ucraina che da oltre venti anni vive a Teggiano con il marito ed il figlio. Sua madre ed i suoi zii vivono in un paese poco distante dalla base militare bombardata questa mattina.
“Sono riuscita a parlare per pochi minuti con mamma, mi ha detto che a causa dell’esplosione della base militare che dista circa venti minuti di auto, si sono rotti tutti i vetri delle finestre di casa, poi è caduta la linea perché sono state danneggiate anche le antenne telefoniche. E’ terribile, hanno bloccato le frontiere, hanno colpito anche l’aeroporto”.
Dopo numerosi tentativi, Alessia è riuscita a mettersi in contatto con la zia che abita non molto lontano dalla madre: “Anche da lei si sono rotti i vetri, non possono uscire dalle proprie abitazioni e mamma non può andare da lei, sua sorella, perché stanno sparando per le strade. Hanno detto che non colpiranno i civili perché l’ordine è di colpire solo le basi militari ma come facciamo a stare tranquilli? Come facciamo a fidarci? Mi hanno detto che hanno allertato tutta la popolazione per prepararsi e partire per la guerra”.
E’ una voce rotta dalle lacrime e da tanta preoccupazione quella di Alessia che non fa che ripetere: “E’ la nostra terra, è la nostra casa, perché tutto questo male?”
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