La sanità e in particolare la questione dei Punti Nascita tra gli argomenti della consueta diretta settimanale del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“L’11 aprile abbiamo appuntamento a Roma presso il Ministero della Salute per decidere sull’eliminazione del Piano di Rientro – spiega De Luca – Siamo usciti dal Commissariamento nel 2019 ma rimaniamo controllati speciali in maniera del tutto abusiva da parte del ministro perché da 10 anni abbiamo un bilancio sanitario in attivo. Per uscire dal Piano di Rientro stiamo dialogando da mesi con il Ministero, il quale ogni volta ci propone un problema inventato. Ci sono due problemi reali: la chiusura dei Punti Nascita negli ospedali nei quali si hanno meno di 500 parti l’anno e la chiusura dei laboratori di analisi che fanno meno di 200mila prestazioni l’anno. Abbiamo chiesto una deroga tre anni fa per alcuni ospedali con la motivazione che sono zone particolarmente disagiate dal punto di vista territoriale. Questa deroga è stata accettata dal Governo per tre ospedali: Ariano Irpino, Vallo della Lucania e Ischia mentre per altri non è stata data”.
“Abbiamo inventato un meccanismo di unificazione dei Punti Nascita per garantire la qualità delle prestazioni nel caso di parti particolarmente complessi ma non è stata accettata. Per il Ministero si deve chiudere Sapri anche se viene accorpato a Vallo della Lucania con un’unica Direzione. Ritengono che ogni struttura deve garantire un numero superiore a 500 parti” continua.
E’ stata chiesta la chiusura per 4 ospedali, tra cui Polla che ha registrato 366 parti nel 2024 e Sapri con 191.
“L’11 aprile cercheremo di salvare almeno Polla – conclude il Presidente – Con 366 parti siamo quasi vicini ai 500. E’ un Punto Nascita in crescita che ci aiuta a filtrare donne che andrebbero in Basilicata. Avremo fenomeni di mobilità passiva e riproporremo il problema di Sapri. Abbiamo informato i sindaci di questa situazione affinché siano consapevoli che il problema è a Roma e abbiamo dato loro la copia del documento mandato dal Ministero della Salute”.
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