Una mobilitazione che ha raccolto centinaia di cittadini, amministratori locali e rappresentanti istituzionali quella che ha avuto luogo questa mattina a Sapri, dove si è tenuta, nell’aula consiliare del Comune, un’assemblea pubblica per discutere del grave rischio di chiusura dei punti nascita in alcuni ospedali campani, tra cui quelli di Sapri e Polla.
L’incontro, convocato dal sindaco Antonio Gentile e dalla conferenza dei primi cittadini del Distretto Sanitario 71 Sapri-Camerota, ha messo in luce le preoccupazioni di una comunità che rischia di perdere un servizio essenziale per la sicurezza delle mamme e dei neonati.
All’assemblea, oltre ai cittadini e al Comitato di Lotta in Difesa dell’ospedale di Sapri, erano presenti l’onorevole Franco Picarone, Presidente della Commissione Bilancio in Regione Campania, i consiglieri regionali Tommaso Pellegrino e Corrado Matera, il Presidente della Provincia facente funzioni Giovani Guzzo e il Presidente della Comunità Montana del Bussento, Lambro e Mingardo Vincenzo Speranza.
Il sindaco Gentile ha aperto i lavori sottolineando che la questione non è meramente politica, ma riguarda la sicurezza sanitaria dei cittadini, in particolare delle madri e dei neonati. “Non dobbiamo limitarci a riflessioni politiche, ma va affrontato il problema dal punto di vista sanitario” ha dichiarato Gentile.
Nel corso dell’incontro è emersa la proposta di creare un Comitato Tecnico-Scientifico di supporto, con l’obiettivo di raccogliere informazioni ed analisi dettagliate sulla situazione sanitaria del territorio. Il sindaco di Sapri ha evidenziato l’importanza di inviare tempestivamente i dati necessari alla Regione e al Ministero della Salute per far comprendere la gravità della situazione.
Il consigliere Pellegrino ha sottolineato che, oltre ai punti nascita, è essenziale mantenere attivi tutti i servizi vitali nelle aree meno popolate, promuovendo soluzioni che rispettino la legge nazionale.
Il comitato di Lotta ha deciso di intensificare la mobilitazione chiedendo una deroga al decreto Balduzzi, che rimarca come un punto nascita debba garantire almeno 500 parti all’anno per restare operativo. In realtà, nelle zone come il Golfo di Policastro, la distanza tra i centri e la scarsità di personale medico rendono impossibile raggiungere tali numeri. Luciano De Geronimo, del Comitato di Lotta, ha dichiarato che “sarà avviato uno stato di agitazione per respingere le normative che non tengono conto delle specificità territoriali” accusando il decreto Balduzzi di essere “troppo rigido e di non rispondere alle necessità dei territori”.
Anche i sindaci di San Giovanni a Piro e Alfano hanno espresso preoccupazioni analoghe, chiedendo al Ministero della Salute di fornire chiarimenti e di aprire un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte. La creazione di un Comitato Tecnico-Scientifico allargato, che consideri non solo i punti nascita ma anche altri servizi vitali come la scuola, è stata proposta come una possibile soluzione per affrontare le difficoltà del territorio.
Il capogruppo di Italia Viva, Tommaso Pellegrino, ha ribadito che la Regione Campania da anni sta lottando per garantire questi servizi e ha chiesto al Governo centrale di rispettare le leggi che tutelano le aree interne. “Se esistono le aree interne, non possiamo permettere che vengano private dei servizi essenziali”, ha dichiarato Pellegrino.
L’incontro si è concluso con un impegno unanime di tutte le forze politiche e istituzionali presenti di continuare la battaglia per mantenere operativi i punti nascita, facendo fronte comune con i cittadini. Un ulteriore incontro è stato fissato per martedì 11 marzo a Polla, alle ore 18,30 convocato dal Sindaco Massimo Loviso con l’obiettivo di monitorare i progressi e trovare soluzioni definitive per garantire la sicurezza sanitaria e i servizi essenziali in tutto il territorio campano. L’incontro si terrà presso la Casa comunale di Polla.