In riferimento al servizio televisivo che ha interessato il Pronto Soccorso di Salerno, trasmesso ieri nel corso del programma “Piazzapulita” in onda su “LA 7”, il Direttore Generale Vincenzo D’Amato ha voluto porre dei chiarimenti.
“Appare opportuno rappresentare – afferma – che l’Azienda Ospedaliero Universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ comprende 4 Pronto Soccorso che, complessivamente, registrano circa 110.000 accessi annui (70.000 nel solo presidio di via San Leonardo) con condizioni di sovraffollamento (fenomeno comune ai grandi ospedali italiani) che richiedono particolare impegno da parte degli operatori sia dirigenti che di comparto nonché l’adozione di molteplici iniziative e provvedimenti tesi a garantire la continuità e funzionalità del servizio ed a contrastare le difficoltà operative. In tale ottica di recente, nei momenti di maggiore affluenza, la dotazione organica della struttura è stata integrata con la presenza dell’assistente sociale che assolve il compito di informare i parenti, sia rimasti in sede che da remoto attraverso collegamento telefonico, sulle condizioni del proprio familiare e sullo stato della procedura attivata. Inoltre, sono in corso di realizzazione progettualità che prevedono il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e degli studenti universitari in Medicina nonché degli specializzandi con l’obiettivo di essere sempre più vicini e attenti alle necessità e aspettative sia dei pazienti che del personale in servizio”.
“Si informa, altresì – continua D’Amato – che allo stato, vista l’attuale fase epidemiologica da Covid-19, è prevista la visita dei parenti all’interno del Pronto Soccorso, circostanza che per i pazienti particolarmente fragili era stata mantenuta anche in piena pandemia. Nello specifico di quanto evidenziato dal servizio televisivo l’Azienda, avendo ricevuto parte delle immagini trasmesse da ‘La7’ a febbraio, aveva già all’epoca costituito una Commissione interna che, nel successivo mese di marzo, a conclusione dei lavori, in riscontro al mandato ricevuto ha precisato ‘che la contenzione fisica è un evento estremamente raro al Pronto Soccorso ed è prevista in situazioni eccezionali e di reale pericolo per il paziente, al fine di evitare atti di autolesionismo, prevenire rischi di cadute e viene attuata per i tempi strettamente necessari e sempre a tutela del paziente, per salvaguardarne l’integrità fisica e l’incolumità dello stesso o di coloro che ne vengano a diretto contatto'”.
Servizi, dunque, come sottolineato da D’Amato costruiti su materiale “verosimilmente registrato da personale interno, che mostrano momenti di estrema intimità e sofferenza degli assistiti”, che si presterebbero a facili strumentalizzazioni e finendo con il compromettere il lavoro assicurato quotidianamente dalla struttura di Pronto Soccorso del presidio ospedaliero salernitano minando e rendendo sempre più difficile il rapporto con gli assistiti e i loro parenti.
“Pertanto – conclude – l’Azienda continuerà ad accertare e a perseguire con assoluto rigore e determinazione gli isolati comportamenti che hanno l’unico obiettivo di danneggiarne l’immagine e di rallentarne il processo di crescita e, allo stesso tempo, continuerà a sostenere il personale sanitario di Pronto Soccorso utilizzando tutti gli strumenti attualmente disponibili auspicando l’urgente adozione di concrete iniziative sia normative che contrattuali che riconoscano specifici benefici per gli operatori dedicati all’emergenza al fine di contrastare il fenomeno, anch’esso presente sull’intero territorio nazionale, della ‘fuga di camici bianchi'”.
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